Non bisogna confondere la negazione di una posizione con il suo rovesciamento positivo. In logica proposizionale pura:
se definiamo “anti-X” come la negazione di “X” (cioè “¬X”), allora negare “anti-X” significa
¬(¬X)≡X
e quindi – in quel contesto formale – “non sono anti-X” implica “sono X” (cioè “sono a favore di X”).
Ma nel linguaggio naturale e nelle posizioni politiche o ideologiche, “anti-X” non si riduce semplicemente a “non X”.
Chi dice:
“Non sono anti-fracking”
può voler dire:
- Non mi oppongo attivamente al fracking (posizione di indifferenza o “wait and see”).
- Non ho ancora una posizione definita, né a favore né contro.
- Rifiuto l’etichetta “anti-fracking” ma potrei comunque avere riserve o limitazioni.
Perciò:
- Formalmente, solo in un sistema in cui “anti-X ≡ ¬X”, vale la regola della doppia negazione: ¬(¬X)=X.
- Nella pratica, “non essere anti- qualcosa” non obbliga ad essere “pro-quella cosa”: si può essere neutrali, indifferenti, o semplicemente non voler entrare in quella contrapposizione.
Esempio concreto:
“Non sono anti-carne” ≠ “mangio carne tutti i giorni” ≠ “sostengo l’allevamento intensivo”. Può voler dire semplicemente “non condivido il movimento vegetariano/vegano, ma non vado nemmeno a cacciare o boicottare chi mangia carne”.
Chi nega di essere “anti-qualcosa” pertanto non è automaticamente a favore di quella cosa: al massimo dichiara di non opporsi, ma può restare in uno stato di neutralità o non-allineamento.
Stabilito questo, adesso la domanda conseguente è: può un parlamentare, un ministro e chiunque giuri, in base al proprio incarico, sulla Costituzione antifascista definirsi di non essere antifascista? La risposta, in questo caso, non prevede però ipotesi di comodo: semplicemente non può.
Pertanto, chi si definisce non antifascista non può che essere fascista o vedere il fascismo di buon occhio... il che non è certo qualcosa di positivo.
Purtroppo siamo costretti a ricordarlo anche nell'80° della Festa della Liberazione. Perché? Perché al governo ci sono forze politiche che dicono di non essere antifasciste, che promuovono norme antidemocratiche e liberticide, che si fanno propaganda sulla pelle dei migranti e delle minoranze, che attaccano gli avversari politici, che blandiscono le forze di polizia quando abusano del loro potere e promuovono il carcere per chiunque osi manifestare il proprio dissenso.
E simili forze politiche non dovrebbero essere considerate un pericolo per la democrazia? Queste forze politiche pretendono di essere definite conservatrici o, al massimo, di estrema destra. Perché bisogna aver timore di usare le parole giuste quando esistono? Queste forze politiche, come Fratelli d'Italia e Lega, sono forze politiche fasciste che controllano i media per promuovere la loro propaganda e hanno iniziato a licenziare leggi che progressivamente limitano le libertà.
Non si deve aver paura di dirlo se si vuole celebrare il 25 aprile e chi per la nostra libertà ha sacrificato la propria vita.