Chi ha sabotato, lunedì, i due gasdotti Nord Stream in mezzo al Baltico? A dare implicitamente una risposta a tale domanda è la notizia in base alla quale Gazprom, martedì, sul proprio canale Telegram ha comunicato che Naftogaz, l'azienda che gestisce i gasdotti che attraversano l'Ucraina, è in predicato di essere inserita nell'elenco di coloro nei confronti dei quali il Cremlino  ha deciso di applicare delle sanzioni. Ciò, di conseguenza, finirebbe per bloccare la fornitura di gas dalla Russia verso l'Europa, anche via terra.

Se Naftogaz finirà nella "lista nera" di Mosca, Gazprom non avrebbe più la possibilità di pagare all'Ucraina le consuete tariffe di transito, aprendo la strada alla sospensione del passaggio fisico del flusso del gas.

Non solo, in base a quanto dichiarato dalla norvegese Petroleum Safety, lunedì c'è stato un aumento dei voli di droni non identificati in prossimità delle sue installazioni offshore e per tale motivo ha sollecitato "una maggiore vigilanza da parte di tutti gli operatori e i proprietari di navi", oltre alla necessità di segnalare immediatamente ogni ulteriore avvistamento.

Va ricordato in proposito che ieri è stato inaugurato il gasdotto Baltic Pipe, per trasportare il gas estratto dalla Norvegia in Polonia, attraverso la Danimarca e il Baltico. Il Baltic Pipe, che preleva il gas direttamente dall'Europipe II, può trasportare circa 10 miliardi di metri cubi di gas naturale norvegese all'anno. Se necessario, il gas può essere pompato anche al contrario, dalla Polonia verso la Danimarca.

Come si può ben comprendere, l'infrastruttura ha assunto un interesse più che rilevante, considerando che la Russia ha interrotto le sue forniture di gas alla Polonia nell'aprile 2022, due mesi dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina.

Tutto quanto sopra descritto, alla Borsa di Amsterdam, ha provveduto ad aumentare nuovamente il prezzo delle contrattazioni sui futures del gas che ha di nuovo superato i 200 euro per megawattora, mentre venerdì 30 settembre i ministri dell'Energia dell'UE si riuniranno a Bruxelles per

"raggiungere un accordo politico su una proposta di regolamento del Consiglio europeo relativa a un intervento di emergenza per far fronte ai prezzi elevati dell'energia. La proposta mira ad alleviare la pressione che i prezzi elevati dell'energia esercitano sui cittadini e sull'economia dell'Unione. Comprende misure volte a limitare la domanda di energia elettrica al fine di ridurre i prezzi per i consumatori e misure volte a ridistribuire ai clienti finali i ricavi eccedenti del settore energetico. Le misure proposte sono di natura eccezionale e temporanea".

In precedenza, l'Alto Rappresentante dell'Unione Europea si era espresso in questi termini sulle perdite nei gasdotti Nord Stream:

"L'Unione europea è profondamente preoccupata per i danni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 che hanno provocato perdite [di gas, ndr] nelle acque internazionali del Mar Baltico. Le preoccupazioni per la sicurezza e l'ambiente hanno la massima priorità. Questi incidenti non sono una coincidenza e riguardano tutti noi.Tutte le informazioni disponibili indicano che tali perdite sono il risultato di un atto deliberato. Sosterremo qualsiasi indagine volta a ottenere piena chiarezza su cosa è successo e perché, e adotteremo ulteriori misure per aumentare la nostra resilienza nella sicurezza energetica. Qualsiasi interruzione deliberata delle infrastrutture energetiche europee è assolutamente inaccettabile e sarà accolta con una risposta solida e unita".

Riassumendo il tutto, che la Russia sia responsabile dell'attacco ai due gasdotti Nord Stream è quasi certo al 99%. Quale potrà essere la risposta dell'Europa alla Russia, invece, appare quanto mai incerta, a parte nuove "presunte" sanzioni la cui efficacia è stata finora risibile, almeno nel breve/medio periodo, rispetto a quanto annunciato all'inizio.

Quindi, quanto sta accadendo nelle ultime ore è ulteriore conferma che l'Europa è protagonista di una guerra di cui subisce le dirette conseguenze, senza però poterne definire l'andamento, visto che la regia del conflitto è stata demandata agli Stati Uniti che, paradossalmente, dalla guerra in Ucraina stanno invece traendo benefici economici e commerciali.