Mouard Mechri, che è capo della protezione civile tunisina, ha detto alla Reuters che la barca affondata ieri al largo della costa di Sidi Mansour era partita giovedì, a tarda ora, da Sfax.
Secondo quanto comunicato da UNHCR, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, e OIM, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, sono stati 41 i cadaveri finora recuperati, tra cui anche quello di un bambino, dei migranti a bordo che provenivano dall'Africa subsahariana e cercavano di raggiungere le coste italiane. La Guardia costiera tunisina è riuscita a salvare tre persone.
Prima dell'incidente di ieri, 39, tra rifugiati e migranti, erano morti al largo della costa vicino alla città tunisina di Sfax all'inizio di marzo. Quest'anno le partenze via mare dalla Tunisia verso l'Europa sono più che triplicate rispetto allo stesso periodo del 2020, con i morti che sono stati circa 290.
E secondo alcuni politici che "imperversano" nel nostro Paese il fatto che quelle persone siano affogate perché non vi era qualcuno in grado di aiutarle sarebbe da considerare un successo, un merito per cui gli italiani dovrebbero andare orgogliosi.
Naturalmente quei politici, se messi di fronte alla bestialità del loro modo di argomentare, diranno che loro non hanno sostenuto tale tesi e che, anzi, hanno fatto di tutto e di più per salvare vite umane... quelle che se non sono morte in mare, sono morte nei campi di concentramento dei trafficanti libici, quelli collegati alla Guardia Costiera libica, la stessa che anche quei politici hanno lautamente finanziato quando erano al Governo e che, come ha pubblicato Domani, lascia affogare i migranti.