“Le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti, si impegnano a raccomandare l'utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente ed il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Auspicano e si impegnano, sulla base di principi condivisi, ad una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all'avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua”.

L'impegno a raccomandare che da Cgil, Cisl e Uil era stato indicato come la soluzione allo sblocco dei licenziamenti imposto da governo Draghi, come volevasi dimostrare, inizia a dare i suoi frutti.

A Ceriano Laghetto, in provincia di Monza, la Gianetti Fad Wheels, che produce cerchioni, ha annunciato la chiusura dello stabilimento, aprendo di conseguenza la procedura di licenziamento collettivo per 152 persone.

Così le segreterie regionali di Fim, Fiom e Uilm Lombardia hanno commentato l'accaduto:

"Risulta incomprensibile la scelta di chiudere lo stabilimento da un giorno a un altro, quando inoltre niente faceva presagire tale azione da parte della Società. Chiediamo subito il ritiro della procedura.Una decisione inaccettabile: le difficoltà asserite dall'azienda non possono ricadere sui lavoratori. Se ci sono problemi si apra un tavolo di confronto con il sindacato per individuare insieme le soluzioni più opportune.Troviamo altrettanto inaccettabile che la Gianetti Ruote, associata a Confindustria (Assolombarda) abbia deciso di non dare seguito agli impegni sottoscritti in data 29 giugno tra Governo e tutte le Parti Sociali, con la firma dell'avviso comune.Pertanto, Fim Fiom e Uilm regionali, chiedono ad Assolombarda, di richiamare la propria associata affinché attui il mantenimento degli impegni sottoscritti, utilizzando strumenti alternativi ai licenziamenti, per trovare ogni forma di soluzione, per dare continuità al mantenimento del sito produttivo.Siamo fortemente convinti che gli impegni vanno applicati a partire dal pieno rispetto dell' avviso comune e qualora la Direzione non dovesse arretrare sulla propria decisione, chiediamo ad Assolombarda di prendere e rendere pubbliche le distanze dalla propria associata".

Ma i rappresentanti sindacali lombardi non hanno forse letto con sufficiente attenzione ciò che a Roma hanno firmato i loro rappresentanti nazionali, accettando una raccomandazione e non l'obbligo a ricorrere agli ammortizzatori sociali.

In una intervista di qualche giorno fa, Paolo Leonardi, dell'esecutivo confederale USB, aveva anticipato quello che oggi stiamo registrando come esempio che quasi certamente  sarà il primo di una lunga serie: 

"La firma dell'avviso comune che consente lo sblocco dei licenziamenti non è che l'ultimo di una lunga catena di eventi che hanno, nel tempo, contribuito a disarmare il movimento dei lavoratori e tutti portano in calce la firma di Cgil Cisl e Uil. Non è una valutazione soggettiva, è un fatto.La storica accettazione della moderazione salariale, l'introduzione di una delle più restrittive leggi antisciopero di tutta Europa, il monopolio di fatto della rappresentanza sindacale garantito per volontà divina a Cgil Cisl e Uil, il sostegno alle politiche di austerità imposte dall'unione europea, l'assoluta inesistenza di iniziativa di reale contrasto da parte loro sui più gravi provvedimenti sociali come la riforma Fornero… E poi la cancellazione dell'articolo 18 con l'introduzione del jobs act o la liberalizzazione del sistema degli appalti, la genuflessione ai voleri delle multinazionali quali Arcelor Mittal, la gestione della scandalosa liquidazione di Alitalia e del trasporto aereo nazionale, la collateralità ad un movimento cooperativo che non è più nemmeno l'ombra di quello che era e che nel suo seno accoglie anche pezzi di criminalità organizzata, lo scambio di fatto tra l'esercizio del proprio ruolo, il conflitto sindacale, e il riconoscimento da parte dei governi di “unici attori del confronto sociale”, hanno contribuito grandemente a determinare una situazione di sfiducia e rigetto dell'istituzione sindacato come quella che stiamo vivendo".


Crediti immagine: Cgil Fiom Brianza