A memoria, la pietas nella Roma antica era un concetto che aveva un significato più ampio rispetto al suo semplice equivalente italiano, "pietà". Considerata una virtù fondamentale, la pietas implicava un profondo senso del dovere e della responsabilità verso gli dei, la famiglia, gli antenati e la stessa Roma, includendo il rispetto delle leggi, la partecipazione ai doveri civici e la volontà di difendere l'interesse collettivo. Era un principio fondamentale che guidava il comportamento morale e l'etica nella società romana.
Oggi la traduciamo con pietà, limitandoci esclusivamente al lato emotivo, sentimentale del termine. Tutto ciò che in passato era legato anche alla responsabilità civica, con il passare degli anni, dei secoli, ce lo siamo dimenticato.
Quindi, in relazione alla morte di Silvio Berlusconi, la pietà odierna ci impone di mostrare compassione e commozione nei confronti di una persona che è venuta a mancare, e ancor di più per il dolore dei suoi familiari.
Ma se una persona aveva anche un ruolo pubblico, allora non è possibile non parlare di tale ruolo e di come è stato ricoperto.
Il governo Meloni, oltre ai funerali di Stato (atto dovuto per una persona che ha ricoperto la carica di presidente del Consiglio), nel giorno in cui si svolgeranno le esequie di Silvio Berlusconi ha imposto pure il lutto nazionale.
E perché la nazione tutta dovrebbe osservare il lutto - al di là di ciò che questo possa significare in termini pratici - per il personaggio pubblico Silvio Berlusconi?
In tv e sui media, non si parla d'altro che di Berlusconi, ma quel che stupisce è il come se ne parla. Berlusconi è stato un personaggio, a voler esser buoni, più che controverso... eppure viene descritto come un quasi santo di cui si aspetta solo il miracolo e non è detto che ciò non accada! Persino le gaffe, numerose e colossali, vengono descritte positivamente, come se avessero contribuito a migliorare l'immagine dell'Italia nel mondo.
La deificazione di Berlusconi raggiunge persino degli aspetti grotteschi, se uno ha la forza di leggere - ad esempio - il Giornale ed è accompagnata dall'odio nei confronti di coloro che si limitano a ricordare che l'ex Cavaliere non può essere un esempio da ricordare, per quello che ha fatto.
Viene celebrato come grande imprenditore, ma l'origine del denaro che ha finanziato le sue attività nel settore delle costruzioni e in quello dei media è ancora un rebus, con il sovrappiù del sospetto che quei soldi possano essere arrivati dalla mafia, con cui - e questo è un fatto - Berlusconi ha avuto relazioni dirette (Mangano) e indirette (Dell'Utri).
Allergico alle regole, Berlusconi era convinto che un'attività imprenditoriale di successo non poteva non avere un ombrello politico. In questo, purtroppo, aveva perfettamente ragione. E per tale motivo, aveva stretto un rapporto di amicizia/collaborazione con il PSI di Craxi. Venuto a mancare l'appoggio di Craxi a seguito di Mani Pulite, ecco che Berlusconi, convintosi che altri partiti non potevano assicurargli le stesse protezioni, decise di entrare direttamente in politica, utilizzando come strumenti le sue aziende e chi vi lavorava.
I canali tv, i personaggi tv, il Milan, i giocatori del Milan, Mediolanum e i suoi agenti divennero promotori del verbo di Forza Italia, gettando le basi di un enorme conflitto d'interessi che si è poi protratto fino ad oggi e che ha riguardato tutta la vita pubblica di questo Paese, in senso negativo, con risultati che hanno contribuito a peggiorare la qualità di vita degli italiani.
Nessuno sembra ricordare quello che accadde nel momento in cui l'euro sostituì la lira. A governare quel processo c'era un governo guidato da Berlusconi. Che cosa fece l'allora cavaliere per evitare che i prezzi aumentassero a seguito del cambio di valuta? Regalò una calcolatrice a tutti gli italiani che in pochissimi mesi videro svalutati i loro stipendi che ancora oggi sono i più bassi d'Europa. Nessun intervento fu fatto per bloccare il costo dei prodotti i cui prezzi venivano - in alcuni casi - addirittura raddoppiati. In quel periodo aumentò il debito pubblico dell'Italia a dismisura e Berlusconi finì il suo mandato chiedendo per l'Italia un prestito di cui si fece carico il governo Prodi, che lo ripagò prima del previsto.
Ma questo è solo un piccolo esempio delle "qualità" pubbliche di Berlusconi, a cui potremmo aggiungere le leggi ad personam varate di volta in volta per contrastare/rallentare le sue inchieste giudiziarie o per migliorare i fatturati delle sue attività imprenditoriali.
E di questo dovremmo dimenticarci? E di questo non dovremmo parlarne? E di questo dovremmo esser grati a Berlusconi? E per questo dovremmo celebrarlo con il lutto nazionale?