Il colesterolo è una sostanza grassa fondamentale per il nostro organismo, presente in ogni cellula e fondamentale per la sintesi di ormoni, vitamina D e sali biliari. Tuttavia, i livelli di colesterolo nel sangue sono diventati uno dei principali parametri di salute monitorati a livello globale, con linee guida che stabiliscono un valore ‘ideale’ e soglie di rischio associate alla sua concentrazione. Secondo le raccomandazioni della American Heart Association (AHA) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il colesterolo totale dovrebbe essere mantenuto sotto i 200 mg/dL. I valori compresi tra 200 e 250 mg/dL sono considerati al limite, mentre valori superiori a 250 mg/dL sono ritenuti pericolosi e indicativi di un aumento del rischio cardiovascolare (National Cholesterol Education Program, 2001).
Il colesterolo alto, in particolare quello nelle sue forme dannose, come il colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità) o il colesterolo totale elevato, può avere conseguenze significative sulla salute, specialmente per il sistema cardiovascolare. Il colesterolo è una sostanza grassa che circola nel sangue ed è necessaria per il funzionamento del corpo, ma quando i suoi livelli sono troppo alti, può causare una serie di rischi per la salute, principalmente legati al sistema cardiovascolare, come infarto e ictus
Tuttavia, negli ultimi anni è emerso un dibattito riguardo alla validità di queste soglie e alle implicazioni economiche che ne derivano. Alcuni critici sostengono che le linee guida sul colesterolo possano essere influenzate da interessi economici delle case farmaceutiche, che potrebbero trarre vantaggio dalla diffusione di farmaci e integratori destinati a ridurre i livelli di colesterolo.
In questo contesto, il rischio di ‘abbassare la soglia’ per la diagnosi di colesterolo alto, al fine di espandere il mercato di farmaci e integratori, è stato messo in discussione da vari esperti del settore.
Le linee guida riguardo al colesterolo hanno come obiettivo principale la prevenzione delle malattie cardiovascolari, che rappresentano la principale causa di morte a livello globale. Secondo un’analisi condotta da Yusuf et al. (2004), i livelli elevati di colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità) sono strettamente correlati con l’aumento del rischio di infarto del miocardio e ictus. Questo ha portato le autorità sanitarie internazionali a stabilire soglie precise per il colesterolo totale, in modo da identificare e trattare in tempo i pazienti a rischio.
Nel corso degli anni, tuttavia, i numerosi studi scientifici hanno suggerito che il colesterolo totale, da solo, non sia un indicatore sufficiente per determinare il rischio cardiovascolare di un individuo. Altri fattori, come la qualità delle lipoproteine, la presenza di infiammazione e il profilo genetico, giocano un ruolo cruciale nella determinazione del rischio (Sacks et al., 2002). Alcuni scienziati, come Ravnskov (2009), sostengono che concentrarsi esclusivamente sul colesterolo totale potrebbe portare a diagnosi errate e trattamenti inutili.
Le critiche riguardo alle soglie di colesterolo e alla loro connessione con l’industria farmaceutica sono state sollevate da vari esperti e giornalisti investigativi. Secondo uno studio di Bero (2003), esistono prove che suggeriscono che le raccomandazioni sanitarie possano essere influenzate dalle lobby farmaceutiche, che investono enormi somme di denaro per promuovere farmaci come le statine, i principali farmaci utilizzati per abbassare i livelli di colesterolo.
Le statine, in particolare, sono al centro di un ampio dibattito. Sebbene studi come quello di Heart Protection Study (2002) abbiano dimostrato la loro efficacia nel ridurre il rischio di eventi cardiovascolari in individui con alti livelli di colesterolo, altri studi suggeriscono che i benefici potrebbero non giustificare gli effetti collaterali, come danni muscolari e potenziali effetti sul fegato (Crispo et al., 2017). Inoltre, alcuni ricercatori hanno sollevato il sospetto che la riduzione dei livelli di colesterolo totale possa non essere così cruciale per la prevenzione cardiovascolare quanto si è fatto credere (Goldstein & Brown, 2009).
Oltre ai farmaci, l’industria degli integratori alimentari ha visto un’esplosione di prodotti mirati a ridurre il colesterolo e i trigliceridi. Secondo un rapporto di market research del 2019, il mercato globale degli integratori per la salute cardiovascolare ha visto un aumento significativo grazie alla crescente consapevolezza del pubblico riguardo alla gestione del colesterolo (Grand View Research, 2019). Integratori come il red yeast rice, l’olio di pesce e i fitosteroli sono spesso promossi come alternative naturali alle statine, sebbene la loro efficacia rimanga oggetto di dibattito (Abdullah et al., 2018).
Una delle critiche principali sollevate dai detrattori delle linee guida sul colesterolo è la cosiddetta “medicalizzazione” della salute. Come evidenziato da Foucault (1975), la medicalizzazione implica che la medicina si estenda progressivamente su aree sempre più ampie della vita quotidiana, creando un mercato in cui tutti gli individui sono considerati potenzialmente malati. Applicato al colesterolo, questo significa che anche valori di colesterolo “marginalmente alti” possano portare all’uso di farmaci, con un aumento significativo dei costi sanitari.
In sintesi, il dibattito sul colesterolo e sulle soglie di rischio è complesso e multidimensionale. Se da un lato le linee guida sul colesterolo mirano a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, dall’altro alcuni sostengono che l’abbassamento delle soglie di colesterolo possa avere come effetto collaterale l’espansione di un mercato farmacologico e integrativo che beneficia principalmente dell’incertezza e della paura dei pazienti. Gli studi scientifici futuri dovrebbero concentrarsi su approcci più individualizzati e integrati per la gestione del rischio cardiovascolare, al fine di evitare una medicalizzazione eccessiva e promuovere una vera prevenzione basata su prove solide.
Bibliografia
National Cholesterol Education Program (2001). National Heart, Lung, and Blood Institute.
Yusuf, S., Reddy, S., Ounpuu, S., & Anand, S. (2004). Global burden of cardiovascular diseases: part I: general considerations, the epidemiologic transition, risk factors, and impact of urbanization. Circulation, 109(1), 1-6.
Sacks, F. M., et al. (2002). The effect of diet on the levels of LDL cholesterol in the blood. The New England Journal of Medicine, 347(2), 133-142.
Ravnskov, U. (2009). The cholesterol myth. New York: NewTrends Publishing.
Bero, L. A. (2003). Influence of the pharmaceutical industry on medical research. JAMA, 290(1), 92-99.
Goldstein, J. L., & Brown, M. S. (2009). A century of cholesterol and coronaries: From plaques to genes to statins. Cell, 139(3), 186-194.
Grand View Research. (2019). Global Cardiovascular Health Supplements Market Size, Share & Trends Analysis Report by Product (Omega-3, Coenzyme Q10, Plant Sterols), By Distribution Channel (Supermarkets & Hypermarkets, Pharmacies), By Region, and Segment Forecasts, 2019 – 2025.
Abdullah, S. S., et al. (2018). Effectiveness of Red Yeast Rice on Lipid Levels in Patients with Hyperlipidemia: A Meta-analysis. JAMA Internal Medicine, 178(8), 1061-1071.