La Missione 6 Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), cuore della riforma sanitaria italiana, naviga in acque complesse. Nonostante i traguardi raggiunti, ritardi strutturali, carenze di personale, difficoltà realizzative e una governance frammentata rischiano di comprometterne il pieno successo.

È quanto emerge dalla sesta Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR, discussa ieri nella Cabina di regia a Palazzo Chigi, alla presenza dei ministri competenti e dei rappresentanti di Anci, Upi e Conferenza delle Regioni. Se da un lato il governo celebra il "primato europeo" dell'Italia nell'attuazione del Piano, dall'altro i dati sulla Missione Salute dipingono un quadro meno ottimista, con obiettivi ridimensionati, scadenze slittate e disparità territoriali.  

Uno dei pilastri della Missione 6 è il potenziamento dell'assistenza territoriale, con la costruzione di 1.350 Case della Comunità (CdC), 400 Ospedali di Comunità (OdC) e 600 Centrali Operative Territoriali (COT). A fine 2024, i numeri mostrano luci e ombre:  

  • Oltre l'80% dei cantieri è avviato, ma solo 140 strutture (tra CdC, OdC e COT) risultano concluse.  
  • I finanziamenti erogati superano i 2 miliardi di euro, ma le criticità abbondano: autorizzazioni lunghe, immobili inadeguati, carenze di personale medico e infermieristico e un divario Nord-Sud, con diverse regioni meridionali in forte ritardo.  

Per le Case della Comunità, molte sono ancora in fase progettuale, mentre gli Ospedali di Comunità vedono l'obiettivo ridotto da 400 a 304 strutture, a causa di ristrutturazioni complesse e modelli gestionali disomogenei. Le COT, pur raggiungendo il target di 480 unità, registrano ritardi nell'implementazione digitale con intelligenza artificiale, rinviata al primo trimestre 2025.  

Sul fronte della sanità digitale, spiccano progressi sul Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 (FSE), attivo in oltre l'85% delle Regioni. Collaborazioni tra Ministero della Salute, Agenzia per la Cybersicurezza e Regioni hanno portato a standard nazionali condivisi e all'avvio del “Gateway” nazionale per l'interoperabilità. Tuttavia, permangono disuguaglianze regionali, con alcune aree ancora indietro nell'adozione degli strumenti previsti.  

Significativi anche gli investimenti in grandi apparecchiature sanitarie: dei 3.100 dispositivi obsoleti da sostituire (con 1,2 miliardi di euro stanziati), sono stati stipulati 99 contratti e avviati 65 cantieri. Tuttavia, il termine per il completamento è stato posticipato da dicembre 2024 a giugno 2026.  

L'estensione dell'assistenza domiciliare al 10% degli over 65 entro il 2026 ha visto l'avvio di progetti pilota di telemedicina, con primi risultati positivi nella riduzione degli accessi impropri al Pronto Soccorso. Resta da capire come verranno scalati a livello nazionale, garantendo uniformità di servizi.  

Il Decreto Ministeriale 77/2022, che ridisegna l'assistenza territoriale, è considerato cruciale per la riforma. Tuttavia, la sua applicazione è disomogenea: la Relazione chiede di accelerare l'adozione dei nuovi modelli organizzativi e di colmare i ritardi nei provvedimenti attuativi. Senza una governance più coesa e competenze tecniche rafforzate, il rischio è che le riforme rimangano incompiute.  

Per fronteggiare la carenza di personale, sono stati stanziati 537,6 milioni di euro per 4.200 contratti di formazione specialistica, con 41 accordi già firmati con gli Atenei. Sul fronte ricerca, oltre 524 milioni sostengono centri d'eccellenza e progetti sulle malattie rare, in sinergia con il Ministero dell'Università.  

Nonostante gli sforzi, la Missione 6 Salute è a un bivio. Come sottolinea la Relazione, servono interventi urgenti: semplificazione burocratica, assistenza tecnica alle Regioni in difficoltà e un coordinamento nazionale più incisivo. Senza questi correttivi, il PNRR rischia di tradursi in un catalogo di progetti incompiuti, acuendo le disuguaglianze territoriali invece di sanarle.  

Il governo, pur celebrando i traguardi raggiunti, non può ignorare gli allarmi: la partita della sanità non si vince solo con i finanziamenti, ma con una visione sistemica che metta al centro competenza, pianificazione e monitoraggio costante. L'occasione è storica: perderla significherebbe tradire non solo gli obiettivi del PNRR, ma i bisogni di milioni di cittadini.