A ricordarci che la "caotica" guerra in Siria è ancora ben al di là di poter essere definita come in via di conclusione, alle notizie dal fronte turco-curdo, è da aggiungere quella dell'abbattimento di un caccia russo nei pressi di Idlib.

Le forze ribelli che combattono in quell'area sono costituite da jihadisti che hanno di fronte l'esercito regolare siriano supportato dalle forze dell'Iran e della Russia. Sabato, nei pressi di Saraqib, località a pochi chilometri a sud-est di Idlib, un caccia Sukhoi Su-25 dell'aviazione militare russa è stato abbattuto da un missile terra aria.

L'abbattimento è stato confermato dalle forze ribelli e dal ministero della Difesa russo. Il pilota, che è riuscito a paracadutarsi fuori dal velivolo prima che si schiantasse al suolo, è stato poi ucciso dai jiahdisti in uno scontro a fuoco, dopo essere riuscito ad arrivare a terra.

L'abbattimento è avvenuto tramite l'utilizzo di un sistema missilistico antiaereo a corto raggio trasportabile a spalla che viene indicato con l'acronimo Manpads, Man-portable air-defense system. Non sono armi comuni e neppure facilmente reperibili. Tra i sistemi più avanzati di questo tipo ci sono gli Igla russi e i più conosciuti Stinger americani.

Considerando che i russi supportano la Siria di Assad e gli americani supportano le forze che la combattono, anche se non - almeno ufficialmente - quelle jihadiste, dopo l'abbattimento del Su-25, il Dipartimento di Stato degli Usa ha pensato bene che fosse opportuno rilasciare una dichiarazione al riguardo.

Così, il portavoce Heather Nauert ha precisato che gli Usa non hanno fornito missili Manpad a nessun gruppo in Siria, aggiungendo la forte preoccupazione che adesso anche tale tipo di armi possa essere utilizzato.

Al di là dell'abbattimento del caccia, è proprio la modalità con cui è stato effettuato che fa pensare che la guerra in Siria sia ancora ben lontana da una risoluzione. Infatti, se pure i jihadisti adesso sono in grado di rifornirsi di armi sempre più sofisticate, le possibilità che uno degli schieramenti in campo - anche se è sempre più complicato identificarli e distinguerli tra loro - possa prevalere diminuirebbero drasticamente.

Di conseguenza, aumenterebbero quelle di uno scontro, ancor più pericoloso ed in quel caso preoccupante, che vedrebbe confrontarsi direttamente le forze militari che adesso stanno in seconda linea e si limitano a fornire solo supporto logistico senza intervenire, almeno ufficialmente, sul campo.

In pratica, Russia e Stati Uniti si ritroverebbero a fare la guerra l'uno contro l'altro... una prospettiva non certo rassicurante.