"Maldini lo allenavo nella Primavera, Liedholm vide prima di me qualcosa in lui, io non ero d'accordo quando fu convocato in prima squadra.
Nils pose le basi, la difesa a quattro la impostò lui al Milan.
Nessuno lo ricorda mai. Tassotti-Maldini-Baresi-Galli: quella è stata la base di tutti i successi miei e di Sacchi.
Su Savicevic che dire? I giocatori bravi li ho sempre apprezzati, lui giocava un tempo, poi restavamo in dieci, dovevi solo attendere la giocata.
A un certo punto facemmo una riunione con i giocatori, e gli dicemmo: 'non devi fare il terzino oppure difendere, ma dobbiamo avere equilibrio'. Da quel momento abbiamo risolto il problema. Il suo pallonetto per il gol del 3-0 in finale contro il Barcellona resta una perla, era geniale.
In un'occasione non convocai Gullit, ma non lo avvisammo. Non per colpa mia ma di chi si occupava di comunicarlo ai calciatori, che ebbe questa dimenticanza.
Ci ritrovammo sul pullman, mi scusai e gli dissi che non avrebbe giocato.
Fra l’altro, proprio per questi problemi qua ho perso una Coppa Intercontinentale. Avevamo preparato la finale con Raducioiu al posto di Savicevic che pensavamo fosse squalificato.
La partita si giocava a mezzogiorno e ci vennero a dire che Savicevic poteva giocare essendo una competizione Fifa, dopo aver preparato il match diversamente.
Decisi lo stesso di non farlo giocare.
Certamente lui mi avrebbe dato qualcosa in più, però umanamente mi sono sentito onesto".
FABIO CAPELLO