Gli estremisti di destra al potere in Israele da inizio anno sono riusciti a creare nel Paese una situazione di caos tale che può essere ben rappresentata dalle notizie riprese dalla stampa locale nelle ultime 24 ore.

Un attentato a Tel Aviv costato la vita ad un agente della polizia municipale, oltre che al terrorista; l'ennesima protesta contro la riforma della giustizia arrivata alla 31.a settimana; l'uccisione di un palestinese da parte di un colono israeliano; l'intervento del ministro Ben Gvir denunciato dagli investigatori per indirizzare l'inchiesta sul delitto commesso dal colono perché venga archiviato come un atto di legittima difesa; l'uccisione di tre palestinesi che in auto viaggiavano armati e che secondo l'Idf stavano per compiere un attentato nei pressi di Jenin; la Corte suprema che minaccia di intervenire su una delle norme finora approvata dalla riforma della Giustizia che impediscono la revoca del mandato al premier in carica...

A questo si può aggiungere anche che, rispetto al passato, gli ebrei non pensano tanto di trasferirsi in Israele, quanto invece gli israeliani pensano di trasferirsi all'estero... sia per ragioni economiche che per ragioni legate alle riforme del governo Netanyahu e della destra estremista che lo appoggia.

A completare il quadro l'ultima dichiarazione del Dipartimento di Stato Usa sugli scontri a fuoco di sabato, tramite due tweet pubblicati a distanza di un minuto l'uno dall'altro.

"Condanniamo fermamente l'attacco terroristico di oggi a Tel Aviv che ha ucciso un uomo e ne ha feriti altri due, così come altri recenti attacchi terroristici contro israeliani. Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime e chiediamo la fine di questi atti di violenza e incitamento alla violenza", si legge nel primo tweet.

"Condanniamo fermamente l'attacco terroristico di ieri da parte di coloni estremisti israeliani a seguito dl quale è stato ucciso un palestinese di 19 anni. Gli Stati Uniti estendono le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari. Prendiamo atto che i funzionari israeliani hanno effettuato diversi arresti e sollecitiamo piena responsabilità e giustizia", ​​si legge nel secondo tweet.

Probabilmente, mai prima d'ora un'amministrazione Usa era arrivata a descrivere come attacco terroristico l'uccisione di un palestinese da parte di coloni israeliani.

Finora, la "cecità" statunitense nei confronti delle violenze perpetrate da Israele ha promosso l'affermazione della politica di apartheid dello Stato ebraico nei confronti del popolo palestinese, impedendo l'applicazione di sanzioni da parte delle Nazioni Unite.

Adesso l'amministrazione Biden si è forse finalmente accorta di quanto, da decenni, sta accadendo in Israele?