Ancora un volta, Papa Francesco ha ricordato ai fedeli che l'essere cristiani implica anche un impegno sociale che non può essere da meno rispetto a quello spirituale.

Lo ha fatto dopo l'Angelus di questa domenica, a pochi giorni dal Natale, salutando una delegazione di persone, italiani, che abitano in territori "gravemente inquinati" e che "aspirano ad una migliore qualità dell'ambiente e a una giusta tutela della salute".

Tra queste persone vi era anche Don Patricello, parroco di San Paolo Apostolo a Caivano, sacerdote simbolo della lotta a favore dell'ambiente nella cosiddetta Terra dei Fuochi.

In una intervista rilasciata alle News del Vaticano, Don Patricello ha detto che "il problema dei rifiuti tossici e dei roghi non è assolutamente risolto ed ha ragione Papa Francesco quando pone l'uomo al centro, il suo sviluppo integrale".


"Il Natale per noi cristiani - ha proseguito Don Patricello - è innanzitutto la nascita di Gesù nel nostro cuore, nelle nostre chiese, nei nostri Paesi. Quindi la parte squisitamente spirituale non ce la ruba nessuno. Io sono parroco a Caivano, al Parco Verde, questo quartiere che è stato definito la più grande piazza di spaccio d'Europa. Quindi si immagini un quartiere che viene definito così...

Qualche settimana fa sono state arrestate 20 persone, tra cui il boss del quartiere e adesso è in atto una guerra di successione. Queste cose le viviamo sulla nostra pelle perché avvengono sotto i nostri occhi, sotto gli occhi dei nostri bambini.

Caivano è al centro di quella che è passata alla storia come la Terra dei Fuochi. E questo problema non è stato risolto per niente. E' stato stiracchiato una volta di qua e una volta di là, secondo le convenienze.

Il problema dei rifiuti tossici non è stato neanche sfiorato, perché noi abbiamo detto mille e mille volte che il problema riguarda soprattutto le industrie che lavorano in regime di evasione fiscale, lavorano in nero e quindi producono scarti in nero.

Ora, se i prodotti sono stati prodotti in nero, gli scarti devono per forza di cose, essere smaltiti in nero. Su questo non ci sono dubbi. Per cui o vengono camuffati tra le immondizie urbane o vengono bruciate qua - ci sono questi roghi, adesso con l'acqua non li stiamo vedendo perché sta piovendo a dirotto - oppure se sono liquidi vengono gettati nei fiumi, nelle fogne. Il problema è molto serio.

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Come già aveva detto Benedetto prima non esistono due crisi, una ambientale e un'altra sociale. Esiste una sola crisi socio-ambientale. Esiste l'uomo. Quando l'uomo si allontana da Dio, si allontana dal vero, dal bello. C'è questa discrepanza perché cerca per sé stesso, arriva l'egoismo, questa smania di avere di più, di possedere di più che però non fa pace con il noi, questo mio che non fa pace con il nostro.

Sicché questa gente individualmente magari è ricchissima però c'è questa smania, questa bramosia di possedere di più, di prendere il nostro e di farlo diventare mio, di eliminare il noi perché questo io possa crescere a dismisura. Senza sapere che invece quando anche il mio si fosse gonfiato a dismisura, se non fa pace con il nostro...

A che cosa serve avere una villa bella con stanze, se poi si affaccia su una discarica? A che cosa serve avere uno yacht a mare se poi il mare è inquinato e se nel 2050 ci dicono che ci saranno più plastiche che pesci nel mare, a che cosa serve?

Come diceva giustamente quel proverbio indiano, non è che possiamo un giorno mangiare il denaro. Quando ci accorgeremo che abbiamo rovinato tutto, che cosa ce ne facciamo del denaro?

Allora, ha ragione Papa Francesco, l'enciclica Laudato si' è stata apprezzata in tutto il mondo, ma noi cristiani siamo molto di più del semplice ambientalista che vede solamente il problema ambientale. Noi vediamo l'essere umano, la persona che deve crescere in tutte le sue dimensioni".