Il viaggio in Russia di Salvini, secondo la ricostruzione che ne ha dato Emiliano Fittipaldi su Domani, fa intendere che le finalità del leader leghista non fossero legate solo al fatto di farsi un po' di pubblicità prima di una tornata elettorale importante, come quella del prossimo giugno, in modo da tirar su le sorti di una Lega ormai alla deriva.

Infatti, dopo neppure una settimana dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, Matteo Salvini e Antonio Capuano,  ex deputato di Forza Italia diventato, negli ultimi mesi, una sorta di superconsulente di Salvini per la politica estera, erano andati a cena con Sergey Razov, l'ambasciatore russo in Italia. Cena organizzata direttamente all'interno della sede dell'ambasciata russa a Roma e di cui Salvini non ha mai fatto parola. Capuano ha smentito, ma l'ambasciata ha  confermato tutto al quotidiano Domani che ha così riportato la notizia.

Di cosa hanno parlato? Dall'ambasciata russa non hanno detto nulla al riguardo, ma considerando i rapporti tra la Lega di Salvini e il partito di Putin, l'ammirazione di Salvini per Putin e per la Russia di Putin... è difficile credere in quell'occasione non si sia parlato della guerra in atto in Ucraina e delle sanzioni alla Russia.

Quindi, la posizione di Salvini sull'invasione russa, diventato d'un tratto pacifista, potrebbe esser letta in funzione "pro Mosca". 

Commenta così la vicenda Stefano Feltri, direttore di Domani, in un articolo da lui pubblicato il 31 maggio:

"Una verifica di governo è necessaria: in tempo di guerra nessun paese può permettersi di avere al potere chi trama con il nemico. Ed è questo che ha fatto Matteo Salvini, leader della Lega. La sua diplomazia parallela non è soltanto il prodotto di un'ansia da sondaggi negativi, ma una questione di sicurezza nazionale che deve interessare il presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella sua veste di capo delle forze armate. Sapevamo del piano di pace parallelo elaborato da Salvini con un personaggio opaco ignoro anche ai vertici della Lega, l'ex parlamentare di Forza Italia Antonio Capuano. Ma lo scoop di Emiliano Fittipaldi inserisce quella che sembrava una improvvida iniziativa individuale in un contesto radicalmente diverso.Proprio nei giorni in cui faceva pesare lo scetticismo della Lega sul primo decreto del governo Draghi che inviava armi all'Ucraina per resistere a Putin, Salvini incontrava di nascosto l'ambasciatore russo Sergery Razov all'ambasciata russa di Roma.Il solo fatto che Salvini abbia scelto di non dare pubblicità all'incontro, tenuto nascosto anche a palazzo Chigi, indica che il leader della Lega sapeva di star facendo una cosa grave, dalla quale poteva ottenere un tornaconto personale ma che non andava resa pubblica.Il fatto che nelle settimane seguite a quell'incontro Salvini, tramite Capuano, abbia continuato a tessere una diplomazia parallela e competitiva a quella ufficiale a questo punto risulta di gravità massima: di quale paese faceva gli interessi, Salvini, nei suoi abboccamenti in Vaticano? Dell'Italia o della Russia, governata dal partito putiniano gemellato con la Lega?Senza reagire alle rivelazioni sull'attivismo di Salvini e le connessioni segrete con i russi, l'Italia di Draghi non sarebbe più credibile in nessun consesso internazionale. Quale partner condividerebbe informazioni sensibili con un esecutivo infiltrato da Putin?Per la prima volta dalla fine della Guerra fredda, il sistema dei partiti italiano si sta riassestando sulla faglia della politica estera, come era ai tempi dell'Urss, quando perfino il segretario del Pci veniva chiamato a scegliere il blocco occidentale, per essere un partner istituzionale affidabile.Salvini ha scelto Mosca, nessun governo può avere al suo interno un partito guidato da un capo partito che dialoga di nascosto con gli uomini di Putin. E nessun partito che vuole stare al governo, come è il caso per la parte di Lega leale a Draghi, può tollerare come segretario un soggetto che mette a rischio la sicurezza nazionale. Quando gli ucraini hanno sospettato che un loro negoziatore passasse informazioni ai russi, lo hanno giustiziato sul posto. Per fortuna di Salvini, siamo in Italia ma non per questo il suo comportamento è meno grave".

E meno male Salvini è un patriota, alleato del partito dei patrioti per eccellenza, Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni! E che cosa ha detto Giorgia Meloni al riguardo? Per ora nulla. Ma come? Il suo alleato potrebbe essersi appattato con il nemico, contro gli interessi dell'Italia, e lei non ha nulla dire? Ma il patriottismo non era uno dei punti cardine di FdI? Valla a capire!

Enrico Letta, segretario dem, non ha sorvolato sulla vicenda:

"La missione a Mosca ipotizzata da Matteo Salvini? Noi chiediamo delle risposte, non è che questa vicenda possa completarsi così. Mentre la crisi era in corso, c'erano trattative, non si sa bene tra chi, in che modo e con che forme, tra l'invasore russo e un partito di governo italiano. Non è una vicenda che può terminare a tarallucci e vino, noi vogliamo chiarezza".

Naturalmente, un sostegno a Salvini arriva da uno che in futuro non esclude di poterlo avere come alleato, Matteo Renzi:

"Non sono inquieto se Salvini va a Mosca. Il problema di Salvini non è se va a Mosca, il problema è se torna. La questione vera di fondo è che è roba che non ha nessun senso. L'abbiamo già visto in Polonia. Salvini non è un ministro competente, non è il capo del governo. Di fronte alla guerra non si fanno gli show mediatici. Detto questo, trovo anche incredibile pompare questa vicenda. È un gioco delle parti: a Salvini fa comodo dire che lo fa. E al Pd fa comodo attaccarlo dicendo: Ah lui va a Mosca. I problemi dell'Ucraina e della Russia non li risolvono né Salvini né il Pd". 

Una dichiarazione alquanto curiosa, considerando che su una vicenda dove non c'erano riscontri oggettivi, come quella della missione russa in Lombardia durante la pandemia, Renzi aveva sollevato un vespaio non da poco... ma in quel caso la possibile spia di Mosca era Giuseppe Conte!

Comunque, in questo momento, il governo italiano è sostenuto, tra gli altri, da un partito il cui segretario potrebbe aver tramato con Mosca per ammorbidire la posizione dell'Italia nei confronti della Russia su sanzioni e armamenti. 

Da altre parti un governo cadrebbe per molto meno.



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