"Per quelli che ancora sostengono che l’antisemitismo non esista più e che sia stato sostituito, semmai, dall’antisionismo, consigliamo di visionare le immagini degli ultrà italiani durante il match Italia-Israele.Prima della partita un nutrito gruppo di tifosi nostrani ha girato le spalle verso l’avversario israeliano mentre si suonava l’inno di Gerusalemme. Non crediamo sinceramente che questi tifosi siano degli appassionati critici delle scelte di politica estera israeliana, né che conoscano a fondo il conflitto israelo-palestinese o che tantomeno sappiano il significato della parola “sionismo”.Semplicemente essi manifestano un plateale antisemitismo, considerando che lo sport dovrebbe rappresentare, almeno secondo l’insopportabile retorica che lo circonda, un’occasione di ritrovo e di vicinanza umana. La realtà è che lo sport è una rappresentazione di conflitto mondata dei suoi aspetti più violenti, ma che vede sempre contrapposti degli avversari, i quali, il più delle volte, si disprezzano.Ebbene, questo è successo a Budapest. Un ostentato gesto di antisemitismo nuovamente, lo ripetiamo, assai rivelatorio della ritrovata ostilità verso gli ebrei che si respira in tutta Europa. Ogni critica presuppone conoscenza, altrimenti è tifoseria. Ecco, qui siamo. Un lungo, interminabile, orrendo corteo di ultrà antisemiti che da molti mesi si trascina nelle piazze, nelle università, nelle strade di quello che una volta era l’Occidente".

Questo è quanto ha scritto Francesco Teodori, un giornalista suo malgrado (definizione da lui stesso coniata!) sul sito di Nicola Porro in relazione a quanto accaduto prima dell'inizio dell'incontro di calcio valevole per la Nations League tra Israele e Italia.

Tale commento è preso semplicemente ad esempio perché è ripetuto, nella sostanza, da altre fonti e non solo di destra.

Prendiamo per buono che tale gesto debba essere inteso come gesto antisemita, anche se non è spiegato perché non dovrebbe essere inteso come gesto di protesta nei confronti di uno Stato, come quello di Israele, che sta compiendo - da 11 mesi - un vero e proprio genocidio ai danni del popolo palestinese. 

Ma l'aspetto che lascia veramente perplessi è il fatto che nessuno dei media che hanno riportato la notizia si sia chiesto perché la Russia - come nazione - sia stata bandita da qualsiasi competizione sportiva internazionale a causa dell'invasione dell'Ucraina, mentre per Israele, di fatto in tutto e per tutto uno Stato Canaglia, non valgano le stesse regole.

Finora lo Stato ebraico a Gaza ha trucidato 41mila palestinesi (a cui si devono aggiungere gli oltre 10mila dispersi) ferendone quasi 100mila. Un terzo delle vittime è costituito da minorenni, persino neonati. Analoghi crimini, seppure con un minor numero di vittime, lo Stato ebraico li sta compiendo a Gerusalemme est e in Cisgiordania.

E dovremmo, pertanto, stracciarci le vesti e gridare allo scandalo perché un manipolo di persone ha voltato la schiena mentre veniva eseguito l'inno di Israele, mentre non dovremmo scandalizzarci per il totale silenzio con cui si permette a Israele di compiere un genocidio?