"Il problema esiste, ci possono essere anche terroristi che sfruttano i flussi migratori, perché dovrei negarlo? Ma il problema non è l’immigrazione, quanto piuttosto l’integrazione di queste persone, io stesso proposi una legge di contrasto alla radicalizzazione.Una parte di antisemitismo attraversa ampissimi strati dell’Islam, unito all’odio contro l’Occidente. E dunque bisogna sicuramente combattere questo rischio, dotarsi di sistemi di controllo.La posizione di Meloni e Salvini a difesa di Israele è molto netta e apprezzabile.È un problema antico. In una parte significativa della sinistra risiede l’equazione per cui Israele è forte e dunque è colpevole, i palestinesi deboli e quindi hanno ragione. Ma è una visione sfatata anche da quanto successo il 7 ottobre. Il punto però se mi permette è un altro.Che lì si scontrano due diritti, non un diritto e un torto. Chi sostiene quest’ultima cosa non contribuisce alla risoluzione del problema, lo allontana. Il mio partito non lo fa, altri più a sinistra invece sì. In queste ore la Russia bombarda civili, anche a Idlib in Siria, nessuno manifesta, nessuno si appella all’Onu. Quando ci fu guerra contro l’Isis, la battaglia di Mosul durò nove mesi, con migliaia di morti civili. Nessuno scese piazza, è questo il doppio standard di cui parla. Dovrebbero parlare prima con i loro colleghi della sinistra israeliana.Qualche giorno fa sono andato a un incontro organizzato da Stefano Bonaccini a Firenze, ha invitato un deputato del Meretz, il partito della sinistra israeliana. Voleva che ci raccontasse dal punto di vista dei più duri oppositori di Netanyahu il dramma incredibile che è successo: “Noi siamo per la pace, per riprendere i colloqui, ma adesso bisogna farla finita con Hamas”. L’orrore l’ha vissuto un’intera nazione, in proporzione è come se terroristi avessero massacrato 14mila italiani e ne avessero feriti 300mila.La domanda è come deve reagire una democrazia a un terrorismo di tale portata. Non ho una risposta, sono lacerato per i morti a Gaza. Dico solo che si facciano tutte le critiche, ma voi cosa fareste avendo 30mila uomini alle porte il cui unico scopo è uccidervi, e che ha compiuto uno sterminio di tale portata?Bisogna separare le responsabilità del governo in carica dal giudizio sulla storia di Israele. E come se dall’estero si identificassero gli italiani con il governo Meloni. Mentre Israele è in guerra, si tiene una grande manifestazione contro Netanyahu animata dalle famiglie di ostaggi. Tante sono le manifestazioni anche sull’interruzione di intervento a Gaza. Questo succede perché Israele è una democrazia. Io sono molto critico sulle scelte degli insediamenti in Cisgiordania. Ma questo non può giustificare in alcun modo quel che è successo.Sono trent’anni che mi sgolo sulla radicale differenza tra l’Olp e Hamas. Quello di Arafat era un movimento terrorista ma laico, il cui nodo rivendicativo ruotava intorno a rivendicazioni territoriali. Poi l’islamizzazione della Palestina spinta dall’Iran degli ayatollah ha cambiato tutto. Per Hamas le rivendicazioni territoriali non contano, l’obiettivo è distruggere Israele. Quando nel 2006 prendono il potere a Gaza, la prima cosa che fanno è uccidere cinquecento dirigenti di Al Fatah perché non condividevano questo approccio. Certamente le politiche di insediamento in Cisgiordania hanno responsabilità, ma bisogna raccontare tutta la storia.Ripeto. Una certa sinistra ha discendenza da una radice che descrive le società unicamente in termini di potere. Essere contro il potere con un afflato anti-imperialista è la risposta a tutto ... non c’è bisogno di approfondire oltre. I palestinesi a Gaza hanno vissuto in condizioni devastanti. Perché è successo? Quali sono le responsabilità dell’una e dell’altra parte? Non si indaga, ci si ferma lì, a una certa parte di pacifismo questo tipo di approfondimento manca, e offre con veemenza la risposta più facile secondo le proprie categorie, è meno problematica e riscuote maggior successo."Purtroppo lo noto anche io, e certi politici e commentatori la cavalcano. Alessandro Di Battista, per esempio, vede una sola cosa, i morti di Gaza e giustamente si inorridisce. È comprensibile chiedere pause, salvare civili, e sono cose che vanno fatte. Ma nel valutare la situazione bisogna inserire tutti gli elementi del quadro. La zona grigia, soprattutto quando si parla del male è preponderante, ce lo ha insegnato Primo Levi.Questo perché Netanyahu è al governo con gente inaccettabile, e il suo governo è sicuramente una parte del problema.Penso che il fatto di sconfiggere Hamas sia obiettivo legittimo ma bisognerebbe avere anche in testa cosa si pensa per il dopo, sia sulla questione generale sia su Gaza in particolare. Sarebbe un errore politico pensare che una volta che si sconfigge Hamas - sempre che si capisca come farlo, che è un altro problema enorme - si sia risolto il problema palestinese. Sarebbe un errore capitale. ..."


Queste le considerazioni su quanto sta accadendo in Medio Oriente da parte del dem di "religione sionista" Emanuele Fiano, trombato alle ultime politiche, da sempre riconoscibile per l'atteggiamento tronfio e sprezzante con cui rielabora "qualsiasi" vicenda facendosi scudo della shoah e del padre fortunatamente sopravvissuto ai campi di sterminio.

Perché riprenderne le dichiarazioni rilasciate in una intervista all'Huffington Post? Perché sono un perfetto esempio di come i sionisti (israeliani e non) giustifichino il regime di apartheid e l'attuale genocidio in corso nei Territori Occupati da parte dello Stato tutt'altro che democratico d Israele. E, va sottolineato, le parole di Fiano, seppur gravi, sono quelle trascrivibili... mentre quelle di coloro che oltretutto si definiscono non di estrema destra sono difficilmente riportabili, tanto da essere addirittura agghiaccianti.

Il paradosso alla base di tutto è l'idea di voler colonizzare e far diventare ebraico un territorio che non apparteneva agli ebrei. Oggi, i (post) fascisti come Meloni e Salvini inveiscono contro i migranti, la cui unica aspirazione è fuggire da fame e guerre, perché a loro dire vogliono colonizzare e islamizzare l'Italia e l'Europa, mentre al tempo stesso inneggiano alla legittimità dello Stato ebraico di Israele nato dalla colonizzazione ed ebraizzazione di un territorio che non apparteneva agli ebrei e che gli ebrei hanno ottenuto  con la forza (utilizzando il terrorismo), loro concesso e internazionalmente riconosciuto come risarcimento per la shoah.

Così inglesi, americani e russi, registi di tale porcata, decisero di far pagare i loro debiti verso gli ebrei dal popolo palestinese. Questa ricostruzione non è fantasia è semplicemente ciò che è accaduto dopo la fine della seconda guerra mondiale. E tale criminale ingiustizia è stata difesa dagli ebrei, divenuti israeliani, con stragi di civili, veri e propri massacri, ripetute fino agli anni '50, di cui nessuno parla e di cui i sionisti di oggi hanno persino il coraggio e la faccia tosta di negarne l'esistenza.

Dal 1967, poi, è in atto da parte di Israele un regime di apartheid, nei confronti dei palestinesi, supportato dagli Stati Uniti che alle Nazioni Unite impediscono colpevolmente di riconoscerlo, per ragioni puramente geopolitiche.

E adesso l'attacco del 7 ottobre di Hamas, in cui il movimento di resistenza palestinese avrebbe ucciso 1.100 civili "ebrei" (la definizione è quella riportata dai media pro Israele) - un atto sicuramente criminale, da condannare in sé e secondo il diritto internazionale -, viene etichettato come terrorismo islamico, per evitare all'inconsapevole opinione pubblica l'esistenza dell'apartheid messo in atto da decenni da parte di Israele.

Non ha parlato di terrorismo islamico, invece, il segretario generale della Nazioni Unite,  Antonio Guterres, e immediatamente è stato massacrato dalla quasi totalità della stampa internazionale, nonostante le sue dichiarazioni siano state praticamente paragonabili ad un sussurro rispetto a quanto fatto nel corso degli anni dallo Stato ebraico.

Che cosa dicono oggi i sionisti come Fiano?  Che commettere un genocidio a Gaza è giustificato dai 1.100 morti del 7 ottobre. Ma allora, se i numeri non sono un'opinione e se ad un crimine si deve rispondere con un altro crimine persino peggiore del precedente, significa che la strage compiuta da Hamas era più che giustificata, visto che - dati Onu - dal 2008  fino a settembre 2023 le forze di sicurezza israeliane e i coloni israeliani hanno ucciso oltre 6.500 palestinesi (5.400 nella sola Gaza) in situazioni collegate all'occupazione.

Ma perché dovremmo riconoscere solo quanto è avvenuto il 7 ottobre e non dovremmo riconoscere quanto è avvenuto in precedenza?

Fiano e i sionisti come Fiano evitano accuratamente di spiegarcelo. Si limitano solo a ripetere, come un disco rotto, che Hamas non riconosce l'esistenza di Israele (che era ciò che sosteneva anche Arafat, che lui definisce terrorista laico, ritenendo a buon diritto  un assurdo la sua creazione), aggiungendo che vuole lo sterminio degli ebrei... mentre Israele sta effettivamente, concretamente sterminando i palestinesi, cercando di acquisirne di fatto i territori .

E quanto ci dice la realtà, secondo i sionisti, non dovremmo vederlo né riconoscerlo, rimanendo invece ammirati dall'attuazione di un genocidio. 

Esiste una soluzione a tutto questo? Che si possa trovare con uno schiocco delle dita appare difficile. Sicuramente c'è però un inizio da cui si potrebbe partire: il ritiro di Israele dai Territori Occupati con eventuali sanzioni in caso di mancato ritiro; forze di interposizione Onu a Gerusalemme est, in Cisgiordania e a Gaza; inizio del ritiro dei coloni dagli insediamenti abusivi e tavolo permanente di trattative per arrivare ad una definizione e ad un'attuazione della soluzione a due Stati, con l'OLP che nel frattempo si occupa dell'amministrazione dei Territori Occupati, fino alla creazione di uno Stato palestinese.

Sono solo gli Stati Uniti e i sionisti ad impedirlo, non Hamas... che è solo il risultato del supporto occidentale all'apartheid di Israele.



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