Un poliziesco fantascientifico che mescola indagini, sogni e scienza. Marcello Amadei racconta come l’immaginazione possa trasformarsi in racconto, tra ispirazioni notturne, paesaggi interiori e un universo narrativo dove niente è come sembra. Un’intervista per scoprire i segreti dietro le pagine.
Marcello, è un piacere averti qui. Quando hai scritto “L’impronta dell’ignoto” hai immaginato di rivolgerlo ad un pubblico particolare?
Grazie a voi, piacere mio. Sinceramente no, non vi sono lettori “designati”, anzi il pubblico è il più vasto possibile, tutti coloro che vogliono immergersi in una storia al confine tra poliziesco e fantascientifico, che tratta dei misteri del cosmo e che, soprattutto, invita a profonde riflessioni sul genere umano e sulle sue particolarità sono i benvenuti!
Ci sono dei rimandi all’atmosfera bucolica? Cosa ti affascina della campagna?
Io sono nato in una piccola città ai piedi delle colline Parmensi e ho passato la mia intera adolescenza a pedalare e camminare tra prati e boschi. Pertanto ho cercato di trasporre nel libro questo vissuto, dal momento che ritengo che la natura sia una fonte di ispirazione inesauribile. Lo spirito che pervade i colli, il silenzio, il fruscio del vento ed il cinguettio degli uccellini sono la chiave per perdersi nella fantasia, prendendosi cura del proprio Io. Siamo esseri naturali e abbiamo bisogno della natura e così, anche nel romanzo, questa è presente e pare quasi che comunichi, comprendendo i sentimenti dei protagonisti. Ecco la sua mutevolezza è forse ciò che più mi affascina di lei.
Come mai hai sentito la necessità di immaginare un “nuovo” Universo, lontano dalle convenzioni?
L’Universo rappresenta una sorta di pozzo infinito dove le teorie scientifiche si perdono nella singolarità del tutto. Non ci sono, ad oggi, verità o leggi che descrivono perfettamente ogni cosa, certo sappiamo tanto del funzionamento del cosmo ma siamo ben lontani da descrivere la sua totalità. Così, è estremamente facile immaginare qualcosa lontano dagli schemi, che affascini e spaventi al tempo stesso. Abbiamo bisogno di dubbi per comprendere quanto siamo piccoli, abbiamo bisogno di scoprire cosa vi è al di là del nostro minuscolo atomo blu e questa è proprio la necessità che mi guida a spingere la mia immaginazione oltre a confini che per ora nessuno ha ben delineato.
Non ci sono convenzioni dove la mente viaggia, è più facile infrangere regole, se queste ancora non esistono del tutto.
Quali emozioni prevalgono all’interno del romanzo?
All'interno del romanzo vi sono tantissime emozioni contrastanti: vi è la paura per l'ignoto e per la solitudine, la potenza dei ricordi e la nostalgia di un passato che pare svanire nel nulla. Vi è una componente di irrazionalità che può spaventare e confondere, ogni personaggio porta la sua storia e mano a mano che le parole scorrono comprende la sua fragilità dinnanzi a qualcosa di più grande di lui. È forse la consapevolezza dell'essere minuscoli l'emozione più forte che contraddistingue questo romanzo.
Infine vi è la speranza, i sogni che sono il vero motore dell'azione, che portano i protagonisti ad affidarsi ai misteri del cosmo, ad abbandonarsi alla consapevolezza che un effimero essere umano, in realtà, può stravolgere l’intero Universo.