Brutte notizie per la Deutsche Bank. Il Dipartimento della Giustizia Usa ha chiesto alla più grossa banca tedesca il pagamento di 14 miliardi di dollari (12,5 miliardi di euro) a titolo di risarcimento per le operazioni finanziarie sul mercato immobiliare americano, negli anni precedenti la crisi del 2008.
In quel periodo molte grosse banche, non solo la Deutsche Bank, guadagnarono miliardi sul mercato immobiliare. La strategia era quella di concedere ipoteche a famiglie chiaramente impossibilitate a ripagarle, i famosi mutui subprime, trasferendo poi il rischio a investitori sotto forma di complesse forme di obbligazioni, diventate carta straccia con il crollo del mercato degli immobili.
Siamo ancora in una fase di trattative. Il Dipartimento della Giustizia, fatta la sua richiesta, ha invitato la Deutsche Bank a formulare una controproposta. La speranza dell'istituto tedesco è quella di raggiungere un accordo che preveda un pagamento allineato a quello delle altre banche che hanno già raggiunto un accordo. La Goldman Sachs ha pagato cinque miliardi di dollari, Citygroup l'ha spuntata con sette miliardi, dopo una richiesta iniziale di dodici.
Le autorità Usa ritengono la Deutsche Bank responsabile del maggior numero di irregolarità. Questo spiegherebbe la richiesta di una sanzione così elevata, che altri invece attribuiscono ad una sorta di rivalsa nei confronti dell'Unione Europea per la mega-multa inflitta a Apple e per quella in arrivo per Google..
Quel che è certo è che il pagamento di 12,5 miliardi di euro, se fosse confermato, potrebbe risultare fatale per una banca che ha un valore di mercato di soli 18 miliardi di euro. Anche una sanzione di sette miliardi di dollari potrebbe risultare pericolosa per il futuro della Deutsche Bank.
Alla fine di giugno risulta un accantonamento di risorse pari a 5,5 miliardi di euro per far fronte a dispute legali, parte dei quali per lo scandalo del riciclaggio di denaro in Russia. Per l'accordo con il ministero della Giustizia Usa sarebbero stati previsti non più di tre miliardi di euro.
Paradossalmente, la fragilità della Deutsche Bank, considerata dal Fondo Monetario Internazionale la banca più sistematicamente a rischio del mondo, potrebbe diventare un'arma efficace nel proseguimento delle trattative per ridurre l'entità della sanzione, dal momento che nessuno avrebbe interesse a farla fallire. La scelta del suo amministratore, John Cryan, sempre contrario ad un aumento di capitale, potrebbe essere stata, almeno in questa occasione, vincente.