Il consigliere speciale Mueller, prima di lasciare i suoi incarichi pubblici, oggi ha rilasciato una dichiarazione ufficiale per riassumere il suo parere sul rapporto da lui consegnato al ministero della Giustizia sul Russiagate e sulle implicazioni ad esso connesse in relazione ad una possibile ostruzione alle indagini messa in atto da parte del presidente Trump.

Mueller ha ribadito quanto ormai già era evidente. Il rapporto che secondo Trump lo avrebbe scagionato da qualsiasi accusa, in realtà non scagiona del tutto il presidente.

Infatti, secondo il consigliere speciale, benché l'inchiesta non abbia potuto accertare con sicurezza che Trump si sia adoperato per ostruire le indagini, non ha però neppure potuto escluderlo con certezza, ricordando anche che, dal punto di vista costituzionale non sarebbe comunque stato per lui possibile formalizzare un atto di accusa contro un presidente degli Stati Uniti.

L'impossibilità per Mueller di poter dire che Trump abbia commesso un crimine, ha fatto sì che il ministro della Giustizia Barr concludesse l'inchiesta con un nulla di fatto, interpretato da Trump come prova della sua innocenza. Concetto ribadito anche quest'oggi...


Ma le dichiarazioni di Mueller, a dispetto della sicumera di Trump, potrebbero essere utilizzate dai democratici alla Camera, dove hanno la maggioranza, per spingerli a dare il via alle prime fase della procedura che porterebbe alla messa in stato di accusa del presidente. Ed alcuni di loro hanno rilasciato delle dichiarazioni in tal senso.

Tutto dipende dalle strategie di Nancy Pelosi, speaker democratica della Camera, che da tempo sta valutando i pro e i contro di un impeachment nei confronti di Trump.

Il ministro della Giustizia Barr, che oggi si trova in Alaska per motivi legati al suo ufficio e che era stato informato in anticipo della dichiarazione di Mueller, ha detto di aver chiesto al consigliere speciale se avrebbe raccomandato di mettere sotto accusa Trump e che Mueller ha risposto di no.