Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nell’informativa di giovedì alla Camera sulle nuove misure di contenimento del contagio da Covid-19, ha ribadito tra l'altro che "la collaborazione con Regioni e enti locali è indispensabile per poter venire a capo di questa ulteriore sfida".

E a proposito di collaborazione, nell'ordinanza regionale del 22 ottobre, il presidente Fontana ha deciso di propria iniziativa che dal 26 ottobre per tutte le scuole superiori della Lombardia, già organizzate in tal senso, si applichi la didattica a distanza al 100%, mentre per quelle non in grado di erogare quel servizio sono raccomandati gli ingressi scaglionati.

Ma nessuno dalla Lombardia ha avvertito la ministra Azzolina, che non ha condiviso l'iniziativa, esprimendo il proprio disappunto a Fontana in una lettera che si conclude così: "In una fase così complessa per la Nazione, desidero invitarla a lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte, per trovare soluzioni differenti da quella adottata, nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini e del diritto allo studio dei nostri studenti e delle nostre studentesse". 

Ma la partita non è chiusa, anche perché gli stessi sindaci lombardi, come dichiarato dal sindaco di Milano Giuseppe Sala che si è detto loro portavoce, non sono d'accordo sulla "dad" obbligatoria" per le scuole superiori, anticipando anche che proverà a far cambiare idea al presidente Fontana.

Inoltre, richiamandosi al messaggio ricevuto da una mamma, il problema nel tenere sotto controllo il contagio nelle scuole secondarie - ha detto Sala - è da attribuire anche ai tempi di attesa del tampone ed ai ritardi delle Agenzie di Tutela della Salute (ATS) della Lombardia nell'effettuarli, con famiglie che devono stare in isolamento per giorni prima di sapere se siano o meno contagiate. 


E dopo aver iniziato con Conte è doveroso concludere con quest'altra sua dichiarazione:  "L’Italia è oggi in una situazione ben diversa rispetto a quella del mese di marzo anche se la situazione si sta rivelando molto critica". 

In realtà sembra che Conte non si renda conto o non voglia comunicarlo al Paese che la situazione odierna è molto peggiore rispetto a quella della primavera scorsa, poiché la circolazione del virus è diffusa non solo in alcune regioni del nord, ma in tutto il Paese!