"Non è cominciata solo ieri l'ennesima guerra fra Israele e Gaza, che ha eliminato con un attacco a sorpresa il capo militare della JIhad Islamica Taifir el Jabari e ha colpito un'altra quindicina di leader terroristi: da lunedì scorso lo scontro era estremo, anche se la minaccia massiva alla vita dei cittadini di Israele è ormai un'abitudine. Oggi, era già il quarto giorno da quando i cittadini di tutto il sud di Israele, delle città, dei kibbutz, delle scuole, nei negozi, nelle fabbriche e negli uffici, erano stati sequestrati dalla vita quotidiana con precisi ordini dell'esercito e del governo, di stare a casa pronti a correre nel rifugio. Le strade di comunicazione sono state bloccate, i mezzi di comunicazioni fermi, i luoghi di lavoro chiusi, i bambini tenuti in casa coi genitori, i malati portati all'ospedale solo in casi di urgenza. Le minacce della Jihad islamica erano definitive, e molto realistiche; l'esercito era stato ammassato sul confine della Striscia, i soldati delle riserve mobilitati, Israele nel calore mediorentale ribolliva anche di incredulità e di rabbia mentre le consultazioni fra il governo e l'esercito non sbloccavano la vita della gente".  [ ... ]La domanda su cosa fare ha spaccato l'opinione pubblica: intervenire con un'azione armata o accertare la paralisi del Paese? L'attesa ha pagato: quando ieri alle 16 gli F15 hanno attaccato per 170 secondi direttamente la finestra di Jabari e altri capi della Jihad, hanno colto l'organizzazione di sorpresa. [ ... ]

Questa è la giustificazione con cui Fiamma Nirenstein ha spiegato ai lettori de il Giornale quanto accaduto nelle scorse ore a Gaza. Una spiegazione che è etichettabile come "attacco preventivo".

In pratica, il governo israeliano, dopo l'arresto di Basem Saadi in Cisgiordania, ha avvertito la popolazione delle città che si trovano a minor distanza da Gaza di tenersi a portata dei rifugi per timore di una reazione da parte della Jihad islamica palestinese, una delle fazioni militari che operano nella Striscia, di cui Basen Saadi faceva parte.

In tempo di elezioni e di vacanze, l'attuale governo israeliano ha iniziato a registrare i primi malumori ed ha deciso quindi di colpire preventivamente Gaza nel tentativo di fermare preventivamente eventuali attacchi con il lancio di razzi verso lo Stato ebraico.

Il risultato? Sono stati uccisi (o forse si deve dire assassinati?) alcuni militanti della Jihad insieme al loro capo, Taifir el Jabari, e oltre un centinaio di persone sono state ferite. Uccisa anche una terrorista di cinque anni, anche se non è ben chiaro quale tipo di attacchi contro Israele avesse finora effettuato.

Ovviamente, dopo il raid su Gaza, dalla Striscia è iniziato un lancio di razzi verso il centro e il sud di Israele, con lo Stato ebraico che ha risposto con nuovi raid a cui sono seguiti nuovi lanci di razzi, ecc.

In pratica, Israele ha innescato una nuova crisi che rischia di ripetere quanto accaduto nel maggio 2021, quando i raid israeliani causarono la morte di oltre 200 palestinesi, mentre i razzi da Gaza uccisero una dozzina di israeliani.

L'esercito israeliano, che ha chiamato questa operazione militare con il nome in codice Breaking Dawn, ha detto che la sua durata potrebbe protrarsi per una settimana.

In una conferenza che si è tenuta sabato, il portavoce dell'esercito Ran Kochav ha dichiarato che le forze di difesa israeliane hanno colpito circa 40 obiettivi della Jihad islamica nella Striscia di Gaza, tra cui sei fabbriche e due depositi di armi, sei posti di osservazione e cinque postazioni di lancio razzi.

Il militare ha anche affermato che il sistema di difesa missilistica Iron Dome ha dimostrato un tasso di successo del 95% nell'intercettare i razzi lanciati verso le città israeliane nelle scorse ore. Kochav ha detto che circa 30 di quei razzi non hanno attraversato il confine con Israele e sono caduti all'interno dell'enclave; altri 60 sono stati intercettati dall'Iron Dome, mentre i restanti sono caduti in aree non abitate.

Per ragioni di sicurezza, la partita amichevole tra Juventus e Atletico Madrid che avrebbe dovuto disputarsi a Tel Aviv si giocherà a porte chiuse alla Continassa, il centro di allenamento della squadra bianconera.