Sono 324 i contagiati da Coronavirus in Israele. Per evitare che il contagio si estenda, Netanyahu ha ordinato la chiusura di scuole, centri commerciali, ristoranti e della maggior parte dei luoghi di svago. Sono vietati eventi o altre occasioni di incontro che riuniscano più di 10 persone.
In barba alla Knesset, che avrebbe dovuto esprimersi su una misura che limiti i diritti civili dei cittadini israeliani, il premier dello Stato ebraico ha decretato lo stato di emergenza e ha dato il via libera per applicare a tappeto la tecnologia informatica, quella di cui normalmente fa uso l'antiterrorismo, per contenere il contagio da Covid-19 cercando di tenere sotto controllo i contagiati non ricoverati e rintracciare le persone con cui siano venuti a contatto. Sono previste anche requisizioni di alberghi per ospitare persone che debbono essere messe in quarantena.
Israele, occupa, tiene prigioniera e sfrutta una popolazione, quella palestinese, da oltre 50 anni.
In Cisgiordania, sono 41 i casi di coronavirus finora confermati, fortunatamente nessuno nella Striscia di Gaza, le cui strutture sanitarie sono in grado di fornire un'assistenza di base in condizioni normali, mentre non hanno apparecchiature e mezzi per contrastare una pandemia e dare supporto a centinaia di persone che avessero bisogno della terapia intensiva.
E la sorte delle migliaia di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane? La loro vita è affidata alla sorte, perché al momento Israele non ha comunicato alcun provvedimento a tutela della loro salute, naturalmente in barba a tutte le convenzioni internazionali che un Paese occupante dovrebbe rispettare.
Eppure il 17% dei medici di Israele è costituito da arabi israeliani che si adoperano per salvare la vita degli ebrei 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche nel caso si ammalino a causa della Covid-19.
Arabi israeliani, va sottolineato, che come medici sono ritenuti utili e importanti, mentre come cittadini sono ritenuti di serie B, tanto da non godere degli stessi diritti degli ebrei israeliani.
E per gente come Netanyahu e per quanti lo votano o ne approvano l'operato, sia all'interno del Paese che all'estero, tutto questo dovrebbe essere considerato normale.