Pescara, ridente cittadina accarezzata dal sole, che insegue i passanti per le sue ampie e lunghe strade pianeggianti, di fronte all’Adriatico. Qui è venuto a studiare il giovane marchigiano Roberto Straccia, che ha evidentemente preferito la locale facoltà di lingue a quella che avrebbe potuto trovare nella sua regione. Il bruno giovanotto condivide un appartamento con altri universitari. Nei video ci appare sorridente, benché lo sguardo trasmetta un filo di malinconia, ma tutto sembra filare liscio, fino al 14 dicembre 2011, quando egli esce per praticare l’amata corsa, abbigliato alla bisogna, con cuffie per ascoltare la musica che ritma l’attività sportiva. Tutto quello che ci resta è un filmato di video sorveglianza, mentre il runner percorre il marciapiede, già di buona lena, poi il buio. In teoria egli dovrebbe essere diretto verso il mare, ma le telecamere della zona sono disattivate o guaste e rimane la sola testimonianza di una coppia di anziani.

I due riferiscono, a “Chi l’ha visto?” di aver notato il ragazzo quasi aggrappato alla ringhiera che affaccia in spiaggia, ansimante, mentre si sporge, sbilanciato, in faccia alle onde. Il suo corpo viene restituito sul litorale di Bari il successivo 7 gennaio. Seguono le consuete ipotesi su quanto può essere accaduto, esaminando lo stato dei resti, gli oggetti ritrovati e via dicendo. Alle prime allusioni su un possibile suicidio, la famiglia, disperata, reagirà con sdegno, come tuttora fa evidenziando, tra l’altro, che il parente defunto non amava nemmeno nuotare.

Si avanzano ipotesi le più disparate, dalla ritorsione di un gruppo di punkabbestia che, disturbati, gli avrebbero scatenato contro i cani, inducendolo a buttarsi infelicemente in acqua, allo scambio di persona con un malavitoso “pentito” e considerato inaffidabile, tanto che il caso Straccia viene archiviato.

Massima solidarietà alla famiglia: ma, senza saperne di più, per esempio dei giri frequentati da Roberto, dello stato delle sue relazioni sociali, del suo rendimento negli studi, non si può che accettare l’esito, almeno per ora.


Passano pochi giorni, è il 17 gennaio, sempre nella città aternina. Una signora di 57 anni, Silvana Pica, scompare alla vista dei pochi, in verità, con cui aveva contatti. Chi è questa donna? Le immagini ce la mostrano sposa civile, non in bianco, sofisticata; ci informano che è laureata in lingue, parla perfettamente l’inglese, tanto da aver lavorato a doppiaggi cinematografici.  Dal matrimonio nasce un figlio, Lorenzo, ma la depressione post partum avrebbe lasciato tracce indelebili sulla madre, che aveva continuato a patire fragilità psichiche, tanto da lasciare l’affidamento del piccolo all’ormai ex marito, un medico. Non si sa bene come Silvana abbia trascorso i decenni a seguire. Al momento della scomparsa la danno per traduttrice part time presso la Provincia, alloggiata in un appartamento in comune con altri, un italiano prima, dei rumeni poi, di cui occupa una stanza: una sistemazione in cui non ci aspetta di ritrovare una borghese partita con ben altri crediti, nella vita. Vita che si sarebbe conclusa, a sua volta,  presumibilmente in mare, da dove è emersa però solo la sua borsa; videocamere, cieche anche per lei.

Scatta la ridda di testimonianze, ovviamente non concordanti sugli orari. La ex suocera riferisce di non averla accolta in casa, il pomeriggio prima della scomparsa, quando la Pica avrebbe suonato al suo citofono per chiederle ospitalità; il fratello del dottore parla con tono circospetto dei rapporti tra i due, che dovevano dividersi dei beni. Pare che la ex interprete, spesso in stato di bisogno,  bussasse a quattrini, anche perché non le era stata restituita una grossa somma a suo tempo prestata a un uomo a lei vicino; l’ex coinquilino italiano, secondo qualcuno, era anche informato sul caso Straccia, insomma, misteri su misteri e nessuna soluzione nemmeno quando, nel 2016, si tenta di riaprire le indagini. Un famoso detective privato sostiene che potrebbe trattarsi tratti di omicidio, pur se la depressa Silvana appariva soggetto tendente  all’anticonservazione. A favore della tesi che la vuole desiderosa di vivere, ci sarebbe il riavvicinamento al figliolo, attestato dalle fotografie dell’ultimo Natale; ma Lorenzo sparisce nel 2017 e dovrà essere cercato dall’Interpol, che lo pesca a Londra, dove pare che il giovane voglia restare ed essere dimenticato.