Giovedì prossimo, dopo la Cabina di Regia, il Consiglio dei ministri dovrebbe (o potrebbe) occuparsi di green pass con un decreto legge, composto di un unico articolo, in cui si imporrebbe la sua applicazione anche a tutti i lavoratori dipendenti... sia nel pubblico che nel privato.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un intervista a La7 sull'argomento si è espresso con queste parole:

"Noi in queste ore lavoriamo per l’estensione del green pass, poi valuteremo i dati. Se i dati renderanno necessario l’obbligo vaccinale, non abbiamo sicuramente paura di disporlo, come abbiamo già fatto per il personale sanitario. È una scelta che il governo farà sulla base dei dati e dell’evidenza scientifica. Credo, però, che serva ancora qualche settimana di approfondimento.Non è una scelta già presa, è una possibilità che ci consente l’art. 32 della Costituzione. La campagna vaccinale sta andando bene, ma se dovessimo renderci conto che l’obbligo di somministrazione del vaccino fosse indispensabile per mettere in sicurezza il Paese, non avremo paura ad applicarlo". 

Per chi non lo conoscesse, questo il contenuto dell'articolo 32 della Costituzione:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.

Adesso, però,  con l'estensione del green pass si pone un problema politico nella maggioranza. L'unico partito di opposizione presente in Parlamento, Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, etichetta il green pass come assurdo, surreale, illogico, contraddittorio... una scemenza. Ed il green pass è diventato uno dei principali cavalli di battaglia della propaganda che ha contributo a far diventare il partito della Meloni, nei sondaggi, il partito preferito dagli italiani, scavalcando ormai nettamente la Lega di Salvini.

Il Matteo lombardo, una volta al governo, aveva cercato di ripetere la strategia messa in atto nella sua precedente esperienza di governo durante l'alleanza con il M5S, facendo - in base alla convenienza del momento - opposizione ai provvedimenti dell'esecutivo che non incontrassero il favore della maggioranza degli italiani.

Così Salvini a metà luglio definiva il green pass una pazzia, mentre a inizio settembre diceva che se lo Stato avesse posto il Green Pass per lavorare, viaggiare, studiare, fare sport, volontariato e cultura, allora doveva anche garantire tamponi, rapidi e gratuiti, per tutti, dimenticando o non sapendo che i presidenti di regione della sua Lega e del centrodestra avevano già bocciato tale proposta perché  ostacolerebbe la campagna vaccinale.

Pertanto, l'estensione del green pass ai dipendenti pubblici e privati in discussione nel CdM di giovedì rischia di diventare un boomerang per l'immagine e la credibilità del leader della Lega. Per questo non sono da escludere del tutto problemi per la maggioranza e per la sua composizione.