Grazie all'intervento del Governo italiano, Patrick George Zaki ieri ha ricevuto la grazia dal presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, che lo rimette in libertà dopo la sentenza inappellabile a tre anni di reclusione.
Un enorme successo diplomatico per l'Italia - cioè per il nostro ministero degli Esteri, per la 'intelligence' italiana e per il governo Meloni - dato che la scarcerazione di Patrick George Zaki non era un 'atto dovuto', almeno secondo gli egiziani.
Nel 2019 - infatti - Zaki (link) titolava sul giornale libanese Daraj di persecuzioni contro i cristiani copti egiziani.
In particolare, senza alcun riferimento specifico a luoghi o persone, Zaki affermava che "si verificano da 8 a 10 incidenti dolorosi, dai tentativi di sfollamento nell'Alto Egitto ai rapimenti, alla chiusura di una chiesa o altri attentati, fino all'uccisione di un cristiano".- «diffusione di false notizie dentro e fuori il paese».
Da questo, la condanna per «diffusione di false notizie dentro e fuori il paese».
Il successo diplomatico del "caso Zaki" si aggiunge a quello di pochi giorni prima a Tunisi con Ursula Von Leyen, che non dimentichiamolo potrebbe diventare la prossima Bundeskanzlerin in quota CDU.
Come va ad aggiungersi al successo 'indiretto' del confronto Meloni - Macron, con il francese travolto prima dalle violente contraddizioni 'razziste' esplose in Francia e poi dai elevati costi presidenziali della sua gentil consorte.
Il tutto in circa 10 mesi.
Resta solo da chiedersi perchè non ci sono riusciti nei precedenti 5 anni il nostro ministro degli Esteri Di Maio ed il nostro Premier Conte.