A cura di Marco De Santis, critico d'arte e curatore di mostre

Oggi abbiamo il piacere di intervistare il pittore britannico Sebastian Langford, un artista noto per la sua capacità di trasmettere emozioni e storie attraverso l'uso innovativo dei colori e delle forme astratte. Il suo stile unico ha conquistato gallerie internazionali, ma la sua arte è ben lontana dal rimanere confinata all'interno dei confini del mercato dell'arte. 

Marco De Santis: Sebastian, grazie per essere con noi. La tua arte ha una dimensione profondamente emotiva, quasi spirituale. Qual è il processo che segui quando ti accingi a creare un nuovo lavoro?

Sebastian Langford: Grazie per l'opportunità, Marco. Il mio processo creativo è un viaggio che inizia con una sensazione o un pensiero che mi turba. Non parto mai da un'idea chiara; preferisco che il lavoro si evolva mentre lo faccio. Spesso mi ispiro a eventi storici, ma più di tutto cerco di esplorare la condizione umana. I colori per me sono fondamentali. Ogni sfumatura che uso ha un significato. Per esempio, il rosso può rappresentare l'intensità della passione o della rabbia, ma allo stesso tempo una sfumatura di blu può alleggerire quella stessa intensità, creando un contrasto che rispecchia le complessità delle emozioni.

Marco De Santis: Sei noto per l'uso di forme astratte nei tuoi dipinti. Cosa rappresentano queste forme e come si relazionano con il tuo messaggio artistico?

Sebastian Langford: Le forme astratte sono per me una lingua universale, una sorta di ponte tra la realtà tangibile e l'inconscio. Credo che il linguaggio figurativo sia limitato, mentre l'astrazione permette di accedere a un livello più profondo della percezione umana. Ogni spettatore interpreta le forme in modo diverso, e questo è ciò che mi affascina. Voglio che il mio pubblico senta qualcosa quando osserva, che non si limiti a comprendere intellettualmente il mio lavoro, ma che lo viva, lo senta. Le linee ondulate che ripeto nei miei lavori, ad esempio, sono simbolo di ciclicità e trasformazione, proprio come la vita stessa.

Marco De Santis: Parliamo della tua ultima mostra. Ha avuto un grande successo, ma molti si sono chiesti quale fosse il legame tra il titolo della mostra e la tua arte. Puoi dirci di più?

Sebastian Langford: Il titolo della mostra, "Echoes of Silence", riflette l'idea di come il silenzio possa essere più potente delle parole. Spesso, la società è afflitta da una sovrabbondanza di informazioni, ma in realtà ciò che manca è il momento di riflessione, il silenzio che ci consente di ascoltare davvero noi stessi e il mondo che ci circonda. Anche per questo mi rifiuto di portare la mia arte sui social media come facebook e instagram o tik tok. Ho cercato di rappresentare, con l'uso del colore e delle forme fluide, quell'intervallo tra il suono e il silenzio, quell'istante in cui tutto si ferma e ci permette di percepire l'energia che scorre dentro e intorno a noi.

Marco De Santis: Molti dei tuoi lavori affrontano tematiche universali come la solitudine, la speranza e il conflitto interiore. Pensi che l'arte possa davvero cambiare la visione del mondo di chi la osserva?

Sebastian Langford: Penso che l'arte, più che cambiare la visione del mondo, possa offrire nuovi strumenti di riflessione. Può stimolare una consapevolezza che, una volta acquisita, può portare a un cambiamento. Le opere d'arte possono darci un'interpretazione diversa della realtà, mettendoci di fronte a verità che spesso scegliamo di ignorare. Io non cerco di insegnare qualcosa al pubblico, ma di aprire una porta verso nuove possibilità di pensiero.

Marco De Santis: Hai mai pensato di collaborare con altri artisti, magari provenienti da discipline diverse, per ampliare il linguaggio della tua arte?

Sebastian Langford: Sì, lo sto già facendo. Collaborare con altri artisti e creativi è un'esperienza che arricchisce sempre il mio lavoro. Ogni forma d'arte ha il suo modo unico di raccontare storie e mescolarle può portare a risultati inaspettati. La mia arte, quindi, sta evolvendo, abbracciando nuovi linguaggi e forme di espressione.

Marco De Santis: Sebastian, grazie per questa conversazione illuminante. Non vediamo l'ora di vedere dove ti porterà il tuo viaggio artistico.

Sebastian Langford: Grazie a te, Marco. È stato un piacere condividere le mie riflessioni. La bellezza dell'arte è che è un percorso continuo e in continua evoluzione. Sono entusiasta di scoprire dove mi porterà.

Sebastian è uno di quei pittori che sfida le convenzioni, proponendo una riflessione profonda sulla realtà e sul nostro posto nel mondo.