L’attacco aereo sferrato da Israele contro oltre 100 obiettivi in Iran ha scatenato un’ondata di violenza, con centinaia di vittime e feriti in tutto il Paese. I missili e i droni israeliani hanno colpito non solo basi militari e centri nucleari, ma anche aree civili, dando luogo a una operazione che Tel Aviv ha definito come “preventiva”. Tuttavia, Teheran ha prontamente condannato l’operazione, etichettandola come un’aggressione non provocata.
A colpire non è solo la portata militare dell'attacco, ma anche la reazione pressoché muta della comunità internazionale. In questo contesto, nessuna sanzione è stata imposta a Israele. Gli Stati Uniti hanno ribadito il diritto di autodifesa dello Stato ebraico, mentre l’Unione Europea ha invitato alla moderazione, senza però adottare misure concrete. L’ONU, dal canto suo, si è limitata a chiedere un cessate il fuoco, mostrando una volta di più la sua inadeguatezza nell’affrontare conflitti di tale gravità.
Il Cremlino, da parte sua, ha descritto l’attacco israeliano come “illegale” e “in violazione del diritto internazionale”. Secondo fonti diplomatiche, Vladimir Putin avrebbe persino offerto asilo politico alla Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, nel caso ci sia un collasso del regime, un parallelo con quanto avvenuto con Bashar al-Assad in Siria.
Questo silenzio complice dell’Occidente, già osservato in precedenti occasioni di crisi come le stragi a Gaza e la questione palestinese, continua a manifestarsi oggi in questa ipocrisia generale. La mancanza di una risposta incisiva non fa altro che legittimare azioni violente, alimentando un ciclo di conflitti destinati a perpetuarsi nel tempo. È necessario interrogarsi sulle reali motivazioni che governano la politica internazionale, per comprendere come l’ingiustizia continui a prevalere in scenari così complessi.
In conclusione, l'attacco aereo di Israele rappresenta non solo una grave escalation di violenza, ma anche un sintomo preoccupante della debolezza delle istituzioni internazionali nel difendere i principi di sovranità e rispetto dei diritti umani.