Il recupero tra Lazio e Torino disputatosi martedì sera all'Olimpico è finito in parità, 0-0, e pertanto, grazie al punto conquistato, i granata sono salvi e domenica prossima, con il Benevento, non ci sarà alcuna sfida salvezza.

I primi 45 minuti hanno messo in mostra due squadre che hanno dato l'impressione di non saper come fare per far trascorrere i 90 minuti che li separavano dal fischio finale, cercando di far finta di giocare a calcio.

Solo in finale di tempo un lampo di Immobile, su invito di Muriqi, sorprende Sirigu e consente alla Lazio di portarsi in vantaggio, ma il gol non viene convalidato dall'arbitro Fabbri, ancora autore di una prestazione indecente, per una presunta spinta del centravanti laziale ai danni di Nkoulou, che appare appena percettibile e di certo non fallosa.

Il secondo tempo ricalca quanto si è visto nei primi 45', almeno fino al 60', quando il Torino, con Sanabria, tira per la prima volta nella porta della Lazio impegnando in un difficile intervento il portiere biancoceleste. 

A quel punto la partita comincia a sembrare quasi vera e Ansaldi, nella propria area, pochi minuti dopo è costretto a spingere da dietro Muriqi per impedirgli di colpire di testa. Per Fabbri non è rigore e neppure per il Var.

L'arbitro lo concede però all'82' per un fallo di Nkoulou su Immobile, che stavolta appare quasi insistente, ma l'assistente alza la bandierina per fuorigioco. Il VAR invece dice che l'azione è regolare e Fabbri conferma il penalty. Batte Immobile con un calcetto che manda a sbattere la palla sul palo alla sinistra di Sirigu. Il risultato, pertanto non cambia.

In finale di tempo una netta trattenuta in area da parte di Bremer su Muriqi non viene incredibilmente giudicata fallosa né dall'arbitro, né dal Var e un colpo di testa, a Sirigu battuto, che finisce sul palo portano alla retrocessione del Benevento, squadra allenata da Filippo Inzaghi, fratello del Simone allenatore della Lazio. 

Un dramma sportivo e familiare con coda polemica, raccontata da Ciro Immobile dal proprio account Instagram...


Così il presidente del Torino Urbano Cairo ha risposto al giocatore della Lazio, sempre via social...

In pratica, secondo quanto riporta Immobile, Cairo pretendeva che il centravanti laziale giocasse per far retrocedere il Benevento e il presidente del Torino non smentisce tale versione. 

Ma è normale tutto ciò?

Probabilmente no, ed è per questo che la vicenda potrebbe avere ulteriori strascichi secondo quanto fa intendere la nota diffusa dal portavoce della Lazio, Roberto Raola, nel pomeriggio di mercoledì: 

"Ieri sera all'Olimpico sono successe cose molto gravi per il mondo dello sport, che la Lazio non può far passare sotto silenzio. Una reazione scomposta, del Presidente Urbano Cairo, fuori luogo e in violazione delle norme, anche di lealtà, probità e correttezza, di cui qualcuno dovrà rispondere nelle sedi preposte: nessuno può permettersi di avere atteggiamenti padronali, tantomeno a casa nostra. La verità l'ha mostrata il campo: la Lazio, a partire da Ciro Immobile, ha profuso ogni energia per onorare fino all'ultima partita il campionato, anche se qualche discutibile interpretazione e tanta sfortuna hanno tolto alla squadra un successo meritato. Il calcio è anche questo, ma forse qualcuno sperava in qualcosa di diverso. E questo non è il calcio, non è il nostro calcio.Proprio per questo tuteleremo il nostro Capitano e la Società in tutte le sedi, legali e sportive, dalle accuse infamanti che rispediamo convintamente al mittente.Il nostro campionato è stato accompagnato da una incessante campagna diffamatoria, che ha macchiato l'immagine sportiva della Lazio e ne ha condizionato i risultati. Non permetteremo che accada di nuovo".