Nel 2017 la Commissione Ue, a seguito di un procedimento durato alcuni anni aveva condannato Google al pagamento di oltre 2,4 miliardi di euro (di cui circa un quinto in solido con la controllante Alphabet) per aver abusato della sua posizione dominante con il servizio di comparazione degli acquisti, Google Shopping.

Google aveva impugnato la sentenza di fronte alla Corte di Giustizia dell'Ue. Con una decisione che risale a mercoledì, Il Tribunale dell'Unione europea ha rigettato il ricorso di Google contro la decisione della Commissione Ue di infliggere una multa da 2,42 miliardi di euro alla società per avere abusato della sua posizione dominante dando un vantaggio illegale al suo servizio di comparazione degli acquisti, Google Shopping, riconoscendo "il carattere anticoncorrenziale della pratica controversa" messa in atto con il suo servizio Shopping.

Nelle 143 pagine della sentenza di condanna i giudici della Corte di Giustizia europea hanno stabilito che Google non è riuscita a dimostrare alcun miglioramento relativo alle problematiche segnalate a suo tempo dalla Commissione Ue, rilevando che, "anche se gli algoritmi per la classificazione dei risultati generici o i criteri per il posizionamento e la visualizzazione dei risultati dei prodotti specializzati di Google possono, in quanto tali, rappresentare miglioramenti del servizio favorevoli alla concorrenza, ciò non giustifica la pratica in questione, vale a dire la disparità di trattamento dei risultati del servizio di acquisti comparativi di Google e dei risultati dei servizi di acquisti comparativi concorrenti".

Google ha adesso due possibilità: pagare la multa dell'Ue o impugnare la sentenza e procedere con un ulteriore riscorso. Nel frattempo, da Mountan View hanno commentato la notizia con la seguente nota:

"Gli annunci su Shopping aiutano le persone a trovare i prodotti cercati in modo semplice e veloce, e aiutano i commercianti a raggiungere potenziali clienti. Il giudizio di oggi, che esamineremo nel dettaglio, si riferisce a una serie di fatti molto specifici e già nel 2017 abbiamo apportato modifiche per ottemperare alla decisione della Commissione Europea. Il nostro approccio ha funzionato con successo per più di tre anni, generando miliardi di clic per più di 700 servizi di shopping comparativo".