"Raffaele Fitto è stato confermato nel ruolo di Vicepresidente esecutivo della Commissione europea. Quest'importante incarico attribuito al Commissario designato dall'Italia è una vittoria di tutti gli italiani, non del Governo o di una forza politica.
Abbiamo ottenuto un portafoglio di peso e il coordinamento di deleghe strategiche per la nostra Nazione e per l'Europa intera, come l'agricoltura, la pesca, l'economia del mare, i trasporti e il turismo. Questa indicazione è la conferma di una ritrovata centralità dell'Italia in ambito europeo, all'altezza del nostro ruolo come Stato fondatore della UE, seconda manifattura d'Europa e terza economia del Continente".

Questa la roboante dichiarazioni della premier Meloni a commento dell'intesa che ha portato il via libera all'ufficializzazione di Fitto (ancora da ratificare) come commissario Ue per l'Italia. Un'intesa che è stata il frutto di bocconi amari inghiottiti bipartisan da socialisti e popolari che, loro malgrado, hanno dovuto accettare la nomina della spagnola Teresa Ribera. Di entrambi era l'incarico come vicepresidente esecutivo a far storcere il naso agli opposti schieramenti. Un incarico, va sottolineato, che non ha alcuna conseguenza pratica, ma che tutti interpretano come imprimatur politico per la Commissione che entrerà in carica il prossimo dicembre.

La marmaglia a supporto del governo Meloni ha intonato peana e offerto sacrifici agli dei per celebrare l'ennesimo, memorabile e incommensurabile successo della loro datrice di benefici, facendo a gara a chi... la sparasse più grossa.

Sull'altra sponda, c'è chi si straccia le vesti, come la parlamentare Ue di AVS Ilaria Salis, che parla di "buio Fitto":

"Alla fine, com'era tristemente prevedibile, è successo: i Commissari designati sono stati approvati. Il processo decisionale è stato una vera farsa: accordi sottobanco, scambi reciproci, audizioni svuotate di ogni significato. Con l'inclusione di Fitto e di ECR, la nuova Commissione Ursula si sposta ulteriormente a destra.Ritengo gravi e contro-producenti queste continue aperture ai sovranisti: come volevasi dimostrare, compromettendosi con il centro si scivola a destra. E la china è inesorabile.Chi vuole costruire un'alternativa vincente, in Italia come in Europa, deve assumersi la responsabilità di essere vera sinistra, senza ambiguità.E questo significa aderire a una proposta chiara e di rottura, internazionalista, sia contro la destra che contro il neoliberismo, nell'interesse dei lavoratori e delle classi popolari.Meloni rivendica il successo, ma per i lavoratori - italiani e non - c'è poco da cantare vittoria. Pur con un Vicepresidente italiano, niente di buono potrà venire da questa Commissione.Settimana prossima a Strasburgo, in linea con il gruppo The Left, ovviamente voterò contro il collegio e continueremo a fare opposizione. Dentro il Parlamento e soprattutto fuori, nella vita reale delle persone".

In parte, Ilaria Salis ha ragione, ma bisogna anche considerare che il sistema di governo dell'Ue non è paragonabile a quelli dei singoli Stati, per cui le maggioranze e gli accordi su cosa votare o non votare sono talmente fluidi che è difficile poter dire, sin d'ora, che l'Ue si possa essere o meno spostata a destra, tanto da "pomiciare" con i sovranisti.

Il vero successo di Meloni è in realtà la delega per Fitto alla supervisione del NextGenerationEU e del suo strumento centrale, il Recovery and Resilience Facility (RRF), che finora ha contribuito a tenere a galla il suo governo, sulla base di carte che contenevano progetti che ancora su carta sono rimasti. Compito di Fitto, adesso, sarà quello di spostare la data della chiusura dei progetti del PNRR a ben oltre il 2026... altrimenti per Meloni e la sua maggioranza saranno problemi.