Alla Reuters, il genero di Donald Trump, Jared Kushner - la cui famiglia ha da anni stretti legami di amicizia con i Netanyahu - ha comunicato una prima parte del famoso, ma forse è più corretto dire famigerato, accordo di pace che l'attuale amministrazione Usa aveva annunciato come conclusivo e inappellabile per risolvere il conflitto tra israeliani e palestinesi.

Kushner, nominato dal suocero suo "senior advisor", ha detto alla Reuters che questa prima parte del piano prende in esame esclusivamente gli aspetti economici della questione palestinese con la seguente proposta: la creazione di un fondo di investimenti da 50 miliardi di dollari e infrastrutture per 5 miliardi di dollari per creare collegamenti tra Gaza e Cisgiordania, costituiti probabilmente da un corridoio ferroviario ed uno autostradale.

Questo il piano di "pace per la prosperità" che Kushner presenterà nella settimana entrante nella conferenza internazionale, da tempo annunciata, che si svolgerà il 25 e 26 giugno a Manama, capitale del Bahrain.

Il piano di rilancio economico, che però prenderebbe il via solo dopo che si raggiunga un accordo politico tra Israele e Palestina, prevede che più della metà dei 50 miliardi di dollari di investimenti siano spesi in progetti da realizzare nei territori palestinesi, mentre il resto verrebbe suddiviso tra Egitto, Libano e Giordania. Ad esempio, alcuni degli investimenti verrebbero effettuati nel Sinai, in Egitto, dove i progetti potrebbero avvantaggiare i palestinesi che vivono nella vicina Gaza.

Il piano di investimenti proposto da Kushner prevederebbe anche lo stanziamento di fondi per la creazione di un mercato turistico in Palestina.

Kushner ha detto che il piano creerebbe un milione di posti di lavoro in Cisgiordania e Gaza, raddoppiando il PIL palestinese e diminuendo così l'attuale stato di povertà permanente della quasi totalità della popolazione presente in quell'area.

Questo è, in sostanza, ciò che Kushner presenterà tra qualche giorno a Manama ai rappresentanti degli Stati arabi che parteciperanno alla riunione. Uno specchietto per le allodole, soprattutto da utilizzare nei confronti di Egitto, Cisgiordania e Libano, cui vengono promessi 25 miliardi di dollari in cambio del consenso al piano politico di Trump.

Piano politico i cui contorni sono già in parte noti e che è riassumibile con il fatto che i palestinesi rinuncino ad un proprio Stato, subordinando quello che dovrebbe essere il loro territorio alle esigenze economiche ed urbanistiche di Israele. Quanto anticipato da Kushner alla Reuters conferma, in pratica, tale disegno.

A Manama, gli Usa ventileranno, da una parte ai palestinesi la possibilità di migliorare la loro condizione economica - dopo averli affamati ritirando i finanziamenti alle Nazioni Unite destinati proprio ai programmi di aiuto a Gaza e ai Territori occupati - e dall'altra agli Stati confinanti che finora li hanno supportati, miliardi di dollari se appoggeranno il piano politico di Trump che prevede, nella sostanza, che Israele finisca per avere di fatto il pieno controllo della Cisgiordania.

Pertanto, gli Stati Uniti, dopo aver contribuito a peggiorare ulteriormente la condizione del popolo palestinese in questi ultimi anni, anche dal punto di vista economico, adesso propongono loro un possibile futuro benessere in cambio di una sicura e perenne schiavitù.