Forse dovranno passare giorni e persino disputarsi aspre battaglie legali per conoscere chi sarà il 47° presidente degli Stati Uniti e ancor più tempo, probabilmente, dovremo attendere per conoscere l'analisi del voto per capire chi o cosa potrà esser stato determinante nell'aver contribuito alla vittoria di uno o dell'altro candidato, considerando l'incertezza del risultato in base ai sondaggi finora diffusi che danno Harris e Trump quasi alla pari.
Determinanti saranno i risultati nei cosiddetti "swing States", cioè gli Stati in cui si è registrata un'alternanza nelle preferenze tra GOP e dem: Arizona , Georgia , Michigan , Nevada , Pennsylvania e Wisconsin e Carolina del Nord.
E quelli sopra riportati sono gli Stati in cui Harris e Trump hanno trascorso più tempo negli ultimi mesi della loro campagna.
Un aspetto che potrà essere determinante a supporto dell'uno o dell'altro candidato è il conflitto in Medio Oriente e come alcuni elettori (soprattutto quelli arabi di origine e gli ebrei) avranno interpretato le dichiarazioni in proposito dei due candidati... a dire il vero molto contraddittorie, visto che entrambi hanno detto ciò che gli interlocutori che avevano di fronte volevano sentirsi dire.
Così Trump ha detto che lui fermerà il conflitto a Gaza e in Libano, mentre la Harris ha espresso la necessità di fare altrettanto. Entrambi, però, si sono ben guardati dallo spiegare come. Inoltre, agli elettori ebrei, almeno ai fanatici sostenitori del sionismo, hanno assicurato pieno sostegno a Israele... il che equivale a dire pieno sostegno ad uno Stato canaglia che all'apartheid praticato per decenni adesso ha aggiunto anche il genocidio.
Come possono convivere, da parte dei due candidati alle presidenziali Usa, la necessità di fermare un genocidio e il supporto chi lo ha messo in atto? Mistero.
Uno degli Stati in bilico è il Michigan, dove potrebbe diventare determinante per un candidato o l'altro il voto degli arabo-americani che in quello Stato sono numerosi.
Per loro, la guerra a Gaza e in Libano è diventata una sorta di bussola morale, visto che Israele, anche in queste ore, continua a sganciar sui civili bombe americane, finanziate anche con i loro soldi.
Così per molti arabo-americani Biden è diventato "Genocide Joe" e quelli che votavano dem adesso, per frustrazione nei confronti del partito democratico, hanno deciso di votare Trump.
Nella comunità di Dearborn, Michigan, un farmacista di origine palestinese ha perso 80 membri della sua famiglia a seguito di un bombardamento israeliano nel campo profughi di Jabalia. Possibile che vada a votare Harris... ammesso che vada a votare?
Ad oggi l'unica certezza, chiunque vinca le presidenziali USA 2024, è che i criminali che in Israele hanno messo in atto l'attuale genocidio continueranno a perpetrarlo, e le comunità ebraiche internazionali che supportano i criminali israeliani continueranno a far festa facendo credere a dei beoti (chiunque giustifichi Israele pensando abbia diritto a bombardar civili e a far morire di fame coloro che non sono stati uccisi dalle bombe) che questo sia a garanzia della sicurezza del morale e santo Stato ebraico.
E chi si azzardi a ricordare che è ancora in vigore il diritto internazionale umanitario (che lo stesso Stato di Israele - almeno in relazione alla convenzione sul genocidio dovrebbe rispettare) e che in base a questo la comunità internazionale avrebbe già da tempo dovuto agire per fermare i crimini in atto diventerà automaticamente un antisemita... anche nel caso sia ebreo!