"Il ricordo della Shoah corre un grave rischio: la distorsione che ne vanifica il senso e compromette il corretto passaggio di messaggi e valori alle nuove generazioni. Il Giorno della Memoria non è un appuntamento per gli ebrei, ma per l'Italia tutta e per le istituzioni. Per capire cosa è successo allora e cosa va arginato oggi", ha sottolineato Noemi Di Segni, menzionando nel suo intervento due tipologie di "distorsioni" in atto. Quella da lei definita "ingenua" di chi ad esempio si rivolge a un amico ebreo con le parole "Ti sono vicino" o "buona festa", non cogliendo l'autentica essenza del Giorno della Memoria. E quella tutto fuorché ingenua di chi "usa" il 27 gennaio e ne altera il senso per provare a "smantellare libertà e principi costituzionali che per noi sono ovvi. Estrema destra, estrema sinistra, radicalismo islamico. Mondi diversi che attingono al vocabolario della Memoria per ribaltarlo su Israele, sugli ebrei: è pericoloso e offende tutti i sopravvissuti".
Queste sono le dichiarazioni odierne di un'estremista sionista, la signora Di Segni (presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), che non solo ritiene doveroso disconoscere i fatti del passato e quelli del presente, ma addirittura pretende pure di stravolgere il contenuto delle norme, come quella dell'Istituzione del Giorno della Memoria, promossa affinché eventi simili a quelli accaduti al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti non possano mai più accadere.
Una legge, tra l'altro, in parte bislacca, perché dimentica di citare, ad esempio, anche i rom, anch'essi vittime dello sterminio nazifascista. Comunque, il senso è chiaro: avere memoria di ciò che è accaduto in passato, perché non si ripeta in futuro.
In fondo, si rifà al principio di quella che è diventata un pilastro del diritto umanitario internazionale: la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, una serie di articoli che un avvocato ebreo ha messo nero su bianco per identificare quando una nazione si renda responsabile dello sterminio di un popolo e che l'ONU ha fatto propria perché tale crimine venga individuato, condannato e fermato sul nascere prima che possa compiersi... per intero.
Eppure, gli ebrei come la signora Di Segni una tale banalità non riescono a comprenderla, finendo per negare - consapevolmente o meno - il senso del diritto internazionale umanitario.
Perché? Perché gli ebrei come la signora Di Segni hanno un concetto razzista del mondo - o forse, più banalmente, sono semplicemente razzisti, ognuno pensi quel che vuole - in base al quale l'uccisione di 1200 ebrei è un crimine, mentre l'uccisione di 50mila palestinesi, di cui una buona parte bambini e persino neonati, è un atto dovuto, giustificato dalla necessità di sicurezza del popolo ebraico.
Naturalmente, gli ebrei come la signora Di Segni che giustificano la violenza e i massacri come necessari alla sicurezza degli ebrei, non ci spiegano perché, allora, i movimenti della resistenza palestinese non dovrebbero anch'essi esser giustificati nell'aver compiuto il raid del 7 ottobre, visto che Israele, dal 2008 fino al settembre 2023 aveva ucciso 6500 palestinesi (fonte OCHA) e più del doppio dall'inizio del 2000 (fonte B'Tselem).
E non dobbiamo neppur dimenticare che gli ebrei come la signora Di Segni definiscano promotori genocidio del popolo ebraico coloro che scandiscono uno slogan, Free Palestine, mentre chi getta bombe da una tonnellata sui civili èun eroe! Tra l'altro il contenuto dello slogan incriminato è presente nell'atto costitutivo del Likud (1973) in cui non si riconosce neppure l'esistenza di una possibilità di Stato palestinese, visto che la Cisgiordania viene indicata con i nomi biblici di Giudea e Samaria... che anche oggi vengono usati dagli ebrei israeliani. Da non dimenticare che il Likud, il partito di Netanyahu, è stato fondato da Menachem Begin, che fu al vertice dell'organizzazione terroristica Irgun, responsabile di numerosi massacri.
L'importante, per gli ebrei come la signora Di Segni, è stravolgere i fatti e reinterpretare la storia a sostegno del folle progetto sionista di voler cacciare i palestinesi dalla loro terra. E quando gli ebrei come la signora Di Segni vengono smascherati, ecco allora che iniziano a dar di matto, a stracciarsi le vesti e a urlare - a casaccio - antisemitismo, antisemitismo, antisemitismo...
Naturalmente, gli ebrei come la signora Di Segni non hanno poi nulla da dire su iniziative come quella dell'immagine proiettata su una parete della Piramide Cestia e sul Palazzo della Fao a Roma, con accuse infamanti nei confronti di alcune ong colpevoli di aver denunciato il genocidio messo in atto a Gaza da parte dello Stato ebraico: "Se Israele avesse bombardato i treni per Auschwitz, vi sareste schierati con Hitler. Ipocrisia e antisemitismo le vostre bandiere. Buon giorno della memoria".
Ma per gli ebrei come la signora Di Segni, l'importante è che l'Italia riveda la propria strategia contro l'odio antiebraico, in modo tale che le comunità ebraiche del nostro Paese possano applaudire liberamente ai crimini di apartheid e genocidio commessi da Israele, chiedendo poi la condanna di chi tali crimini, invece, li denuncia.
Negli anni 30 gli ebrei erano perseguitati dai nazifascisti, adesso gli ebrei (per fortuna non tutti) sembrano voler emulare la banda Stern che nella seconda guerra mondiale voleva combattere al fianco dei nazifascisti.