Questo è quanto ha pubblicato domenica su Gaza il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), il servizio diplomatico dell'Unione europea, che dal 2011 attua la politica estera e di sicurezza comune dell'UE per promuovere la pace, la prosperità, la sicurezza e gli interessi degli europei in tutto il mondo.

Così, via social, il commissario agli Esteri dell'Ue, Josep Borrell Fontelles, ha introdotto la nota:

"Il rispetto del diritto internazionale non è un’opzione: ignorare una decisione della CGI indebolirebbe l’ordine mondiale basato su regole che l’UE sostiene e promuove ovunque". 

***   ***   ***

Venerdì scorso, a seguito delle misure provvisorie già adottate il 26 gennaio e il 28 marzo 2024, la Corte Internazionale di Giustizia ha richiesto, con 13 voti favorevoli e 2 contrari, al Governo di Israele di “interrompere immediatamente la sua offensiva militare e qualsiasi altra azione nel Governatorato di Rafah, che possa infliggere al gruppo palestinese di Gaza condizioni di vita che possano portare alla sua distruzione fisica, in tutto o in parte. Mantenere aperto il valico di Rafah per la fornitura senza ostacoli di servizi di base urgentemente necessari e assistenza umanitaria su larga scala. Prendere misure efficaci per garantire l'accesso senza impedimenti alla Striscia di Gaza di qualsiasi commissione d'inchiesta, missione di accertamento dei fatti o altro organismo investigativo autorizzato dagli organi competenti delle Nazioni Unite per indagare sulle accuse di genocidio. Presentare una relazione alla Corte su tutte le misure adottate per dare attuazione a quest'ordine, entro un mese dalla data dell'ordine stesso.”


La più alta corte del sistema delle Nazioni Unite

Queste decisioni suscitano le seguenti osservazioni. La Corte Internazionale di Giustizia è la più alta corte del sistema delle Nazioni Unite. Tutti gli Stati membri hanno l'obbligo di conformarsi alle sue decisioni. Tutti gli Stati membri dell'UE sono quindi vincolati da esse. Ignorarle sarebbe contrario all'ordine mondiale basato sulle regole che sosteniamo e promuoviamo ovunque. Il rispetto incondizionato e la promozione incessante del diritto internazionale sono al cuore della nostra identità e della nostra politica estera. L'Unione Europea, costruita sulle rovine lasciate dalle due guerre mondiali del XX secolo, è sempre stata un forte sostenitore di una risoluzione pacifica dei conflitti internazionali, in particolare attraverso corti come la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia. Possiamo quindi solo sottolineare l'importanza cruciale di rispettare pienamente questa decisione della Corte Internazionale di Giustizia. Introdurre riserve, obiezioni o eccezioni basate su motivi non legali danneggia l'ordine basato sulle regole, danneggia i nostri valori e danneggerà la nostra posizione internazionale e indebolirà la nostra posizione su altre questioni, inclusa l'Ucraina. Se una delle parti non è soddisfatta della decisione della Corte, può ovviamente presentare una richiesta specifica di interpretazione, ma non ignorarla.

Decisioni coerenti con le richieste della quasi totalità dei membri dell'ONU

Queste decisioni sono in gran parte coerenti con le richieste pubblicamente avanzate per molti mesi dalla quasi totalità dei membri dell'ONU, inclusi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e gli Stati membri dell'UE. Le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia non mirano in alcun modo al coraggioso popolo di Israele, che merita di vivere in pace e sicurezza accanto al popolo palestinese. La Corte ha ricordato in particolare la sua preoccupazione per il destino degli ostaggi rapiti durante l'attacco in Israele del 7 ottobre 2023. Ha trovato “profondamente preoccupante che molti di questi ostaggi rimangano in cattività e ha ribadito il suo appello per il loro rilascio immediato e incondizionato”.Fin dall'inizio, la liberazione degli ostaggi è stata anche una richiesta centrale dell'UE.

Le profonde preoccupazioni della comunità internazionale

La decisione della Corte Internazionale di Giustizia, a seguito delle richieste di mandati d'arresto formulate dal Procuratore della Corte Penale Internazionale all'inizio della scorsa settimana, non è ovviamente della stessa natura. Tuttavia, entrambe riflettono le profonde, costanti e crescenti preoccupazioni della comunità internazionale di fronte alla catastrofica situazione che prevale a Gaza e l'urgenza di raggiungere un cessate il fuoco che apra la strada a una soluzione politica.

Lunedì, il Consiglio Affari Esteri avrà l'opportunità di discutere ampiamente la situazione a Gaza. Questo importante incontro si svolge in un momento cruciale. Sarà arricchito dalla presenza dei Ministri degli Esteri di Egitto, Giordania, Regno dell'Arabia Saudita e Qatar e del Segretario Generale della Lega degli Stati Arabi. Essi daranno la loro valutazione della situazione e presenteranno le loro proposte per uscire dall'impasse e raggiungere una soluzione politica. Siamo ovviamente pronti ad accogliere anche il nostro omologo israeliano. È tempo che l'UE si assuma le sue responsabilità di fronte a una situazione catastrofica di portata senza precedenti. Dobbiamo agire. La nostra credibilità morale e politica è in gioco.