Biancaneve, il remake live action del classico Disney è un filmaccio, è il trionfo della cancel culture
di Giuseppe Iannozzi
La cancel culture è ben peggiore della Inquisizione, è un invito neanche troppo velato a diventare dementi. I revisionisti sono di fatto degli assassini culturali molto ma molto pericolosi, e chi li appoggia può solo essere un personaggio che si è tagliato le palle.
I libri rivisti e censurati li lascio dove sono, sugli scaffali delle librerie, affinché muffa e polvere li consumino.
Biancaneve (sceneggiatura: Erin Cressida Wilson; regia: Marc Webb), film prodotto nel 2025 dalla Walt Disney Pictures,. remake del classico disneyano Biancaneve e i sette nani (sceneggiatura: Dorothy Ann Blank, Richard Creedon, Merrill De Maris, Otto Englander, Earl Hurd, Dick Richard, Ted Sears, Webb Smith, tratto dalla celeberrima fiaba dei fratelli Grimm - 1937), è stato un mezzo flop, è un dato di fatto. Erin Cressida Wilson ha riscritto la fiaba dei fratelli Grimm, consegnandoci un filmaccio privo di qualsivoglia sostanza.
Oramai la scure della censura si è abbattuta anche sulle fiabe, siano esse firmate da grandi autori, siano esse patrimonio della tradizione orale. Detto questo, il film è decisamente inguardabile, tranne nel caso ci si accontenti degli effetti speciali. Manca la sostanza in questo remake e in tanti altri. La Letteratura non è immune alla censura, fenomeno nato in una America puritana (e trumpista). Di questo passo, rimarrà ben poco della cultura orale e non. Stanno già pensando di censura re Dante Alighieri i e non solo lui.
Non siamo di fronte al politicamente corretto, siamo invece immersi in una epoca buia che non esita a mettere al rogo tante presunte streghe. A breve bruceranno i libri nelle piazze, tranne il maledetto Mein Kampf, distribuito pure negli autogrill. E non c'è nessuna edizione realmente critica di questo diabolico scartafaccio.
Sicuramente più andiamo avanti e più torneremo indietro.
Stanno facendo di tutto affinché la gente non legga più niente. E credo ci stiano riuscendo perfettamente. Si vuole diffondere l’ignoranza per poter sottomettere meglio. Tuttavia non credo che gli editori abbiano granché da guadagnarci con queste operazioni cancellatrici e bislacche: prima o poi la cancel culture cancellerà loro!
I lettori, almeno noi che apparteniamo alla vecchia generazione, sappiamo benissimo che un litro tagliato e rimaneggiato non è più una opera originale ma solo un prodotto di bassissima qualità, che non può insegnarci davvero niente. Qualcuno si è scandalizzato per il David, lo ha definito pornografia. Ma gli USA, e non è poi così strano, sono tra i maggiori produttori di pornografia a dir poco infima e squallida. Politicamente è un mezzo suicidio, e prima o poi qualcuno, forse, se ne renderà conto. Fatto sta che siamo già dentro un periodo oscuro.