Gantz, attuale ministro della Difesa di Israele, questo lunedì ha incontrato l'inviato speciale di Trump nello Stato ebraico, Avi Berkowitz, insieme all'ambasciatore Usa, David Friedman, per discutere del piano di pace dell'amministrazione Trump che, in base a quanto più volte anticipato dal premier Netanyahu dovrebbe prendere il via a partire dal prossimo 1 luglio.

Però, secondo quanto Gantz avrebbe dichiarato ai funzionari americani, la data del 1 luglio "non è una data sacra", ricordando loro che l'attuale governo è nato innanzitutto per contrastare l'emergenza coronavirus e prima di procedere con l'annessione, la priorità è rappresentata dall'emergenza Covid e dalle problematiche ad essa associate, a partire dall'occupazione, aggiungendo che la battaglia contro il coronavirus è ancora lunga.  

Inoltre, durante l'incontro, Gantz avrebbe dichiarato che il piano di pace di Trump "è una mossa storica per promuovere la pace in Medio Oriente, ma che il piano deve andare avanti insieme ai partner strategici della regione e ai palestinesi, in modo da raggiungere una soluzione che sia a beneficio di tutte le parti in modo proporzionale, responsabile e reciproco".

Come ha riposto Netanyahu alle parole del suo alleato di governo?

In una riunione del Likud (il suo partito), che si è svolta oggi, Netanyahu ha dichiarato che la questione dell'annessione non dipende da Benny Gantz e dal suo partito, definendo entrambi non decisivi nel dare il via al piano ideato da Trump.

Nel frattempo, sull'argomento si è espressa anche l'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, che proprio oggi ha invitato Israele a sospendere il suo piano, definito "illegale", per l'annessione di parte dei Territori Occupati della Cisgiordania, che appartengono ai palestinesi, avvertendo che questo potrebbe avere conseguenze drammatiche.

Il piano del primo ministro israeliano Netanyahu di estendere la sovranità israeliana a partire dagli insediamenti ebraici in Cisgiordania ha suscitato la condanna da parte dei palestinesi, della Lega araba e di molte altre nazioni europee, a partire da Regno Unito, Francia e Germania.

“L'annessione è illegale", ha dichiarato la Bachelet in una nota, in cui ha aggiunto: "Sono profondamente preoccupata che anche la forma più blanda di annessione possa portare ad un aumento della violenza e alla perdita di vite umane, nonostante l'erezione di muri e il dispiegamento di forze di sicurezza".