Nella consueta conferenza stampa che il Papa tiene durante il volo di ritorno di ogni viaggio apostolico, in quello dal Sud Sudan Francesco ha parlato di un suo ipotetico intervento in Ucraina alla seguente domanda rivoltagli da Claudio Lavanga (NBC NEWS): A Lei Santo Padre volevo chiedere, visto che l’arcivescovo Welby ha ricordato quel momento incredibile nel 2019, quando si è inginocchiato davanti ai leader del Sud Sudan per chiedere la pace, purtroppo fra due settimane ci sarà il primo anniversario di un altro conflitto terribile, quello in Ucraina, e la mia domanda è: Lei sarebbe pronto a compiere lo stesso gesto nei confronti di Vladimir Putin se avesse la possibilità di incontrarlo, visto che i suoi appelli alla pace finora sono caduti nel vuoto? 

Questa la risposta del Papa:Io sono aperto a incontrare entrambi i Presidenti, quello dell'Ucraina e quello della Russia, sono aperto per l'incontro. Se non sono andato a Kiev è perché non era possibile in quel momento andare a Mosca. Ma ero in dialogo, anzi il secondo giorno della guerra sono andato all’Ambasciata russa a dire che volevo andare a Mosca a parlare con Putin, a patto che ci fosse una piccola finestrina per negoziare. Poi il ministro Lavrov mi ha risposto: “Bene”, che sì, valutava bene questo, ma “vediamo più avanti”. Quel gesto è stato un gesto pensato, dicendo “lo faccio per lui”.Ma quel gesto dell'incontro del 2019 non so come è successo, non era stato pensato, e le cose che non sono state pensate tu non puoi ripeterle, è lo Spirito che ti porta lì, non si può spiegare, punto, e io l’ho anche dimenticato. È stato un servizio, sono stato strumento di qualche impulso interiore, non una cosa pianificata.Oggi siamo… ma non è l’unica guerra, io vorrei fare giustizia: da dodici, tredici anni la Siria è in guerra; da più di dieci anni lo Yemen è in guerra; pensa al Myanmar, alla povera gente Rohingya che gira il mondo, gira il mondo perché sono stati cacciati via dalla propria patria. Dappertutto, nell'America Latina, quanti focolai di guerra ci sono! Sì, ci sono guerre più importanti per il rumore che fanno, ma, non so, tutto il mondo è in guerra, è in autodistruzione. Dobbiamo pensare seriamente. È in autodistruzione. Fermiamoci in tempo! Perché una bomba ne richiama una più grande e una più grande e una più grande, e nell’escalation tu non sai dove finirai… Bisogna avere la testa fredda.