È proprio vero che le cattive abitudini sono dure a morire.  Gli immacolati che gridavano “Roma ladrona” e sulla bandiera italiana “ci pisc…no”, hanno proposto il solito sistema “do ut des” e “do ut facias” al prezzo del 15% sull’imponibile dichiarato. Lo schema è trito e ritrito: inserire ai vertici delle amministrazioni pubbliche e private persone fedeli agli ideali leghisti, l’unico “obbligo morale” è un versamento annuo in percentuale fissa commisurata ai compensi percepiti (compresi i gettoni di presenza) a sostegno dell’opera salvifica che la Lega sta attuando con abnegazione in tutto il territorio nazionale perché loro sono i buoni, gli onesti, i veri lavoratori, quelli che ce l’hanno duro, quelli che sanno come far funzionare bene le cose sia nel pubblico che nel privato. Sono i detentori dell’eccellenza!

Come semplice cittadina che non ha mai condiviso queste linee sin dalla più tenera età, sono una testimone sconsolata di un fenomeno degenerativo che è divenuto sempre più aggressivo. Quando sento parlare di democrazia e di diritti costituzionali mi viene da piangere perché io ci ho creduto e ho lottato veramente per quegli ideali.

Questo malcostume ha antiche origini. Quando la mafia ufficialmente e giuridicamente non esisteva, questo fantasma incassava un fiume di denaro pubblico inserendosi negli appalti delle grandi opere: è stato il frutto del lavoro dei cittadini a fornire il capitale con il quale questi criminali, protetti dal sistema, hanno costruito il loro impero investendo l’immensa ricchezza sottratta indisturbatamente alla collettività nel traffico degli stupefacenti, annientando senza pietà buona parte del patrimonio di creatività, di capacità intellettuali, culturali, artistiche e morali che doveva servire come propulsore verso un’evoluzione positiva della società italiana. Oggi non ci si deve domandare quanti usano alcool e droghe varie (comprese quelle legali prescritte con leggerezza da medici incauti) ma chi non le usa: ci sono troppi tossici tra i professionisti e coloro che hanno incarichi di grande responsabilità ma nessuno li controlla. In Italia non c’è una selezione naturale nelle classi dirigenziali, non sono le capacità, l’intelligenza oltre alla cultura che determinano le assunzioni, sono i comitati d’affari dominanti che selezionano e inseriscono manager a loro graditi, in cambio di una “fedeltà incondizionata” agli ideali di partito imposta democraticamente al 15% sul reddito percepito.

È da ingenui pensare che chi ha una carriera di prestigio assicurata dai buoni uffici della Lega (e non solo) se la cavi donando per dovere morale una percentuale annua detraibile fiscalmente (dalla quale nessuno può evadere). Sono i dirigenti che decidono la politica dell’ente pubblico o privato nei quali sono stati inseriti e chi ce li ha messi continuano ad assisterli imponendogli democraticamente i loro “nobili consigli”.

Prendiamo ad esempio la sanità pubblica che macina ogni anno una fetta consistente del bilancio dello Stato: sono i dirigenti che decidono a chi affidare le numerose forniture necessarie per il funzionamento degli ospedali e di tutti i servizi connessi sul territorio compresi molti rapporti con il settore privato; gli acquisti di macchinari costosissimi; le assunzioni e le carriere: è qui che sta il vero affare.

L’affiliazione alla causa avviene attraverso “nobili donazioni” di posti di lavoro, di contratti di forniture, di vari favori potendo influire sia direttamente che indirettamente – sempre nobilmente - in tutti i settori sia pubblici che privati dell’economia, della politica, dell’informazione, del sistema creditizio, dei servizi essenziali fino all’operatore ecologico e alla badante. Ecco spiegato perché i Benetton hanno ottenuto un contratto di concessione alle condizioni ormai note a tutti: ci volevano due tragedie perché i cittadini venissero informati della tragica realtà.

Perché sono state svendute parti preziose del patrimonio dello Stato a determinati soggetti che si celavano dietro una serie di società domiciliate all’estero? Perché le decisioni che contano sono state prese e si continuano a prendere nei salotti buoni del gotha del nord, il Parlamento ne è solo un riflesso.

Oggi, persino chi vuole aprire un negozietto, un’attività artigianale o andare a pulire le scale deve chiedere l’autorizzazione ai satrapi del paese. Vi siete mai chiesti come mai molti amministratori pubblici si arricchiscono velocemente e nessuno gli va a fare un po' di conticini in tasca? Vi siete mai resi conto che fine fanno coloro che si oppongono a questo andazzo?  E quanto la mentalità diffusa ha favorito e supportato questa deviazione?  

Troppi hanno scelto la “fedeltà a questi ideali” perché è un’assicurazione che gli garantisce un’impunità pagata annualmente, per “dovere morale”, con il denaro pubblico.

Salvini ha capito che molti italiani non sanno quello che vogliono e soffrono di opportunismo, da bravo manipolatore dice loro quello che vogliono sentire. Tale atteggiamento non riguarda solo la destra ma anche la sinistra. Il M5S sta sperimentando che in Italia l’onestà non paga ma nonostante ciò, vi sono moltissimi illusi che ancora continuano a credere che un giorno questo valore possa resuscitare.

Il sistema esclude la meritocrazia per tal ragione le nuove generazioni sono nate con la valigia già pronta vicino la culla.