Con un appello al governo che è stato tutt'altro che una questua, nella conferenza stampa che ha tenuto venerdì nella sala De Sanctis di Palazzo Santa Lucia, il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha commentato l'impugnazione da parte dell'esecutivo Meloni della legge regionale che gli aprirebbe la possibilità di un terzo mandato alla guida della Regione (impedendo anche la ricandidatura in Veneto alla stessa carica per Luca Zaia).
Durante il suo intervento, De Luca non ha risparmiato critiche, definendo la decisione di Palazzo Chigi "contra personam" e ribadendo la sua determinazione nel voler proseguire sulla propria linea:
"Rivolgo questo appello al governo: non abbiate paura. Le cose che hanno deciso sono per paura, degli elettori, forse anche di De Luca. Aprite il cuore alla speranza e soprattutto date ai cittadini la possibilità di decidere da chi essere governati. Si chiama democrazia".
De Luca ha accusato il governo di aver violato il principio costituzionale di uguaglianza davanti alla legge:
“Ha ancora senso la scritta che troviamo nei tribunali, La legge è uguale per tutti? Nel nostro caso non è così. Questo principio costituzionale è stato calpestato”.
Secondo il presidente campano, la decisione di impugnare la legge regionale sarebbe motivata dalla paura, non solo degli elettori ma anche della sua figura politica. E nonostante l'intervento del governo, De Luca ha dichiarato che il provvedimento non influirà sui suoi piani:
"L'impugnazione non cambia nulla. Noi andiamo avanti. La mia posizione non cambia di una virgola. Non faccio politica per la carriera romana, ma per la famiglia, la povera gente, i problemi concreti".
Il presidente ha sottolineato che i prossimi mesi saranno cruciali per difendere la legge regionale e ha espresso fiducia nel sistema giudiziario:
“Ci difenderemo davanti alla Corte Costituzionale e abbiamo la sensazione che tutto sarà smantellato, come già avvenuto con l'autonomia differenziata".
A rendere ulteriore pepe al proprio intervento, De Luca non ha mancato di attingere al bagaglio offerto dalla sua vena ironica, commentando l'attenzione del governo verso la Campania, come motivo di orgoglio:
"Pensare che, in questo quadro internazionale tormentato, la presidente del Consiglio abbia trovato il tempo di occuparsi della Campania è motivo di orgoglio per noi".
Poi ha precisato che non poteva credere che l'attenzione di Meloni potesse riguardare anche il suo operato avendo così tanta familiarità con i grandi della Terra come Trump... Musk... Milei... Orban... a cui ha poi fatto seguire i nomi di Lollobrigida e Donzelli!
Alle domande sulla possibilità di candidarsi nuovamente anche in contrasto con le indicazioni del suo partito, il Partito Democratico, De Luca ha risposto evocando Parmenide e le sue riflessioni filosofiche sull'essere e il non essere, aggiungendo con ulteriore sarcasmo:
"Di questo ho già parlato, posso solo aggiungere: Parmenide, l'essere è, il non essere non è. In che modo devo parlare? Devo chiedere un corso sull'intelligenza artificiale a Elon Musk? Io parlo ancora in italiano".
Infine non ha mancato di riservare alcune osservazioni per l'ex presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che aveva sottolineato la propria rinuncia a un nuovo mandato come un gesto di generosità. De Luca ha chiarito che, a differenza della Campania, in Emilia-Romagna la legge elettorale non consente un terzo mandato consecutivo, rendendo impossibile una ricandidatura:
"Mi stanno facendo notare che l’ex presidente dell’Emilia-Romagna sta parlando molto in questo periodo, trasmettendo l’idea che ha rinunciato con un atto di grande generosità. Lui, diversamente da chi parla. In Emilia-Romagna il presidente uscente non si poteva ricandidare perché la legge elettorale è diversa e dice che non può essere immediatamente ricandidato chi ha già ricoperto la carica per due mandati consecutivi. Diversamente da Piemonte, Veneto, Campania, Marche, la legge dell’Emilia-Romagna non consentiva nessuna altra scelta".