Alla fine della trasferta di tre giorni del Giro d'Italia in Israele, Israel Sylvan Adams, presidente onorario della "Grande Partenza", ha detto che tutto si è svolto "perfettamente": «Ero pieno di orgoglio quando ho visto i miei compatrioti, donne e bambini allineati lungo le strade per tifare per gli atleti, specialmente quelli della squadra di casa, la Israel Accademy.

Le immagini TV della nostra magnifica Israele sono state davvero mozzafiato. Gli organizzatori italiani e RCS sport hanno ammirato quanto sia andata bene la macchina organizzativa, compresa la copertura mediatica enormemente positiva in tutto il mondo.»

Entusiasti anche i corridori locali, Guy Niv e Guy Sagiv, primi israeliani a competere in gara internazionale dell'importanza del Giro, con la Israel Cycling Academy.

Sagiv ha commentato: «Ho sentito tremare il terreno quando ho iniziato... È stata un'esperienza che non avevo mai avuto prima. Ho iniziato e tutta la folla ha tifato per me lungo tutto il percorso.»

Queste, invece, le parole di Niv: «Ogni volta che ho provato dolore o stanchezza alle gambe ho guardato ai lati e ho sentito la folla spingermi per me e tifare per me e improvvisamente ho potuto spingere di più. È stata un'esperienza straordinaria.»

Soddisfatto anche Avital Kotzer Adari, direttore dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo: «Il vero protagonista di questa grande partenza è stato il pubblico di Israele: calore, gioia, ospitalità... questa è la nostra Israele che le splendide immagini della Rai hanno saputo raccontare.

Mai un evento di questa portata internazionale era stato realizzato in Israele che sta sempre di più intensificando l’offerta per un turismo sportivo e nello specifico per un’attività di cicloturismo.»

Il 2017 è stato un anno record per il turismo incoming con 3,6 milioni di persone in ingresso (con una crescita complessiva del 25%). Nel 2018 l'aumento è del 29%. Le entrate del turismo nel 2017 hanno raggiunto circa 40 miliardi di NIS (2,6% del PIL) e rappresentano il 3,5% di tutti gli occupati.

Quanto sopra riportato è un bell'esempio di calore, gioia e ospitalità che lo Stato ebraico di Israele è in grado di offrire, anche se non a tutti... a partire dai palestinesi, come hanno ben dimostrato le forze di sicurezza israeliane che hanno ucciso, solo negli ultimi due mesi, quasi 50 civili palestinesi e ne hanno feriti circa 7mila, solo perché hanno avuto la "sfacciataggine" di protestare perché venissero riconosciuti i loro diritti.