Che cosa avrebbero potuto dire i coniugi Obama a favore di Kamala Harris, se non tutto il bene possibile? Intervenendo separatamente alla convention di Chicago hanno sponsorizzato la candidatura dell'attuale vicepresidente, nel ticket con Walz, come la migliore possibile per rappresentare gli interessi degli Stati Uniti, a partire dagli americani meno fortunati, affermando che la Harris ne rappresenterebbe al meglio gli interessi... un'affermazione sicuramente vera, ma solo in base al fatto che il suo sfidante principale è Trump.
Pertanto, "yes, she can", ha detto Barack alla platea, parafrasando lo slogan di maggior successo della sua prima campagna, in un discorso in cui non ha dimenticato di tessere le lodi di Joe Biden, per quanto fatto come presidente e per la generosità dimostrata nel ritirarsi dalla corsa alle presidenziali di novembre.
Più interessante, invece, valutare le dichiarazioni del senatore Bernie Sanders, che ha parlato martedì, dopo che il giorno precedente aveva parlato la deputata Ocasio Cortez. Entrambi rappresentano quella che potremo definire la sinistra radicale all'interno del partito democratico, anche se Sanders ne fa parte come indipendente.
Quando Kamala Harris è diventata la candidata democratica alla presidenza, Bernie Sanders inizialmente non le ha dato il proprio appoggio, chiedendo prima politiche specifiche a favore della classe operaia. Dopo aver ottenuto le risposte desiderate, Sanders ha espresso il suo sostegno durante un comizio nel Maine, ribadendolo poi ieri nel suo intervento alla convention.
Durante il suo discorso, il senatore del Vermont ha elogiato i risultati dell'amministrazione Biden-Harris, specialmente nella gestione della pandemia, la chiesto politiche più progressiste, come l'espansione di Medicare, l'aumento del salario minimo e la riduzione del costo dei farmaci.
In pratica, come Ocasio Cortez, anche Sanders ha dato il proprio appoggio alla Harris senza farsi tanti scrupoli neppure sulla politica estera, in relazione alla quale fino a ieri aveva parlato della necessità di un embargo alla fornitura di armi a Israele.
Ieri, invece, si è limitato a sostenere che il partito doveva trovare il coraggio di opporsi alla ricchezza e al potere e rendere giustizia alle persone... così in patria come all'estero, aggiungendo che "dobbiamo porre fine a questa orribile guerra a Gaza, riportare a casa gli ostaggi e chiedere un cessate il fuoco immediato".
Tutto qui. Lo stesso aveva detto la Ocasio Cortez ieri... e costoro rappresenterebbero la sinistra radicale nel partito democratico.
Nessuno di loro ha preteso dalla Harris delle garanzie di intervento - adesso come vicepresidente e in futuro nel caso diventi presidente - per impedire concretamente il genocidio a Gaza con, almeno, il blocco nell'invio di armi a Tel Aviv.
Tutto è demandato ai manifestanti che giovedì chiederanno al ticket dem di condannare le responsabilità dello Stato ebraico, tutti possibili elettori che in questo momento non voteranno alle prossime presidenziali. Quei voti non andranno a Trump, ma saranno dei voti in meno - in alcuni casi percentualmente determinanti - a cui la Harris sta rinunciando per supportare il genocidio organizzato da Netanyahu e dal suo governo, con il sostegno della maggioranza degli israeliani.