La Crimea fa parte della Russia e non è oggetto di trattativa nei colloqui tra Mosca e Kiev, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. aggiungendo che la costituzione russa vieta la possibilità di cedere parti del proprio territorio.

Dmitry Peskov ha anche minimizzato ogni speranza di svolta dei colloqui avvenuti ad Istanbul rimandando al capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky, ulteriori dettagli. Medinsky ha detto che i colloqui con l'Ucraina stanno proseguendo, ma ha precisato che la posizione della Russia sulla Crimea e sulla regione del Donbas non è cambiata.

Nonostante ciò, a suo dire, l'Ucraina avrebbe dichiarato di voler soddisfare le richieste fondamentali della Russia, rinunciando ad entrare nella Nato.

Sempre in tema di incontri, oggi si sono visti i ministri degli Esteri di Cina, Wang Yi, e Russia, Sergei Lavrov. Secondo i media statali cinesi, il colloquio è avvenuto in Cina, i due ministri hanno affermato che le relazioni tra i due paesi hanno resistito alle nuove prove presentate da una situazione internazionale in evoluzione.

Wang ha detto che la Cina è pronta a portare la relazione con La Russia "in una nuova era" e "a un livello più alto"... qualunque sia il significato di tale affermazione. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha informato il suo omologo sull'andamento della "operazione militare speciale", affermando che Russia e Cina "si oppongono all'egemonismo e alla politica di potere" e "sostengono i principi dell'ONU", aggiungendo che "la Russia è impegnata a raffreddare le tensioni" in Ucraina e "continuerà i colloqui di pace" oltre a "mantenere la comunicazione con la comunità internazionale".

Wang ha affermato che la Cina "è sempre stata dalla parte giusta della storia", aggiungendo che la "questione" Ucraina ha "una storia complessa", dichiarando che era "il risultato di un conflitto di sicurezza europeo di lunga data". Wang ha anche dichiarato che la Cina ha sostenuto gli sforzi compiuti dalla Russia e da tutte le parti per "prevenire una crisi umanitaria su larga scala".

Se qualcuno avesse avuto speranze sul ruolo di mediazione della Cina, queste dichiarazioni sembrano farle svanire.

E lo stesso anche le aperture su un cessate il fuoco che ieri hanno caratterizzato i titoli di tutti i media. Oggi, infatti, non solo i bombardamenti non si sono fermati, come nell'area di Kiev, ma si sono pure intensificati, come a Chernihiv. Non solo. Secondo le le forze ucraine, la Russia starebbe concentrando le proprie truppe nell'area di Chernobyl. 

Il sindaco della riconquistata città di Irpin, Oleksandr Markushin, ha affermato che il numero effettivo di vittime è ancora sconosciuto poiché molte persone sono state sepolte in fosse comuni. Un primo bilancio ufficiale parla di almeno 300 civili e 50 militari uccisi.

L'ultimo bollettino delle forze ucraine indica in oltre 17.300 i soldati russi morti dal 24 febbraio. Lo stato maggiore ha anche riferito di aver eliminato 1.723 mezzi da trasporto corazzati, 605 carri armati, 1.184 veicoli, 305 pezzi di artiglieria, 54 batterie antiaeree, 96 sistemi per il lancio multiplo di razzi, 131 aerei, 131 elicotteri, 75 depositi di carburante, 21 equipaggiamenti speciali, 81 UAV e sette imbarcazioni.

La Russia afferma di aver arruolato circa 16.000 reclute dal Medio Oriente, in massima parte dalla Siria, a cui offre circa 6.500 dollari al mese per combattere in Ucraina.