Giovedì mattina la Marina Militare Italiana ha soccorso una quarantina di naufraghi al largo della Libia. Pertanto, come ricorda il senatore Gregorio De Falco "è chiaro ed evidente che la presenza delle nostre navi militari, ma anche delle ONG, in quelle acque sia assolutamente indispensabile per salvare vite umane".

E sempre nella giornata di ieri la nave Mare Jonio ha fatto altrettanto soccorrendo circa 30 persone, tra cui 1 bimba di 1 anno e 3 donne di cui una incinta, mettendole in salvo mentre erano a bordo di un gommone in avaria che si trovava in acque internazionali, a 40 miglia al largo della Libia. Il comandante ha poi chiesto un porto sicuro al centro di coordinamento italiano.

In una pausa della sua attività principale, quella dell'autopromozione di se stesso effettuata a spese degli italiani, il ministro dell'interno Salvini (o chi per lui) ha avuto il tempo di dichiarare che "per la nave dei centri sociali i porti rimangono CHIUSI!", pensando evidentemente di poter continuare a considerare violabile qualsiasi norma del diritto internazionale in relazione ai salvataggi in mare.

Intorno alle ore 7 di venerdì, la Mare Jonio, con a bordo le 30 persone salvate, è entrata nelle acque territoriali italiane a 12 miglia a sud dell'isola di Lampedusa. A quel punto, è stata raggiunta da due unità della Guardia di Finanza per un "controllo di polizia".

Intorno alle 10.30 la Mare Jonio è ripartita per fare ingresso al porto di Lampedusa e completare così le operazioni di salvataggio con lo sbarco dei naufraghi in un porto sicuro, come prevede la legge. La Mare Jonio è scortata da una motovedetta della Guardia di Finanza.

Giovedì, anche una nave della Marina militare italiana, la "Cigala Fulgosi" ha soccorso una imbarcazione a circa 75 chilometri dalla costa libica, con a bordo 36 persone sprovviste di salvagenti. Tra queste, 2 donne e 8 bambini. Poiché la nave imbarcava acqua e quindi era in procinto di affondare, le persone a bordo erano in imminente pericolo di vita.

I migranti sono stati poi trasferiti sulla nave Stromboli verso il porto militare di Augusta, dove i migranti verranno fatti sbarcare.