C’è una professione che va in controtendenza, che non soffre la crisi. Almeno per certi versi. E’ questo il risultato del censimento dei fisioterapisti in Italia. Nove neolaureati in fisioterapia su 10 trovano lavoro nel giro di un anno.
Ma se il tasso di disoccupazione è basso, quello della sottooccupazione è piuttosto preoccupante: sono sempre più i professionisti sottopagati, rispetto al lavoro svolto e alle competenze messe a disposizione. I lavoratori del settore sono quasi 65 mila, per la precisione 64.866 fisioterapisti. Un lavoro di calcolo enorme, mai fatto prima d’ora, reso più complesso dalla mancanza dell’obbligo per questi professionisti di iscriversi ad un Ordine.
Esistono le associazioni di categoria ma i fisioterapisti possono liberamente decidere se farne parte oppure no. Ma allora come è possibile avere la certezza della loro reale preparazione? In mancanza di un Ordine, che si rende ora assolutamente necessario a garanzia della qualità degli iscritti, ci si può rivolgere alle associazioni. Per Eurostat l’Italia è al decimo posto in Europa per rapporto tra numero di abitanti e fisioterapisti.
Questa professione è in testa alla lista degli impieghi più richiesti sia per l’Istat che per Almalaurea, che stima un tasso di occupazione pari al 90%. Numeri che adesso possono trovare una conferma più precisa grazie a questo nuovo censimento.
Partivamo da un calcolo di 40 mila fisioterapisti, cifre risalenti ai primi anni del 2000. Per poter raccogliere dati quanto più precisi possibile abbiamo setacciato i vari percorsi di studio: prima i corsi di formazione, per gli anni meno recenti, poi il corso di laurea, dal 2005 ad oggi. Questo è stato solo un primo passaggio. Ora si andrà a valutare il personale a lavoro per stimare un rapporto tra domanda e offerta.