Alain, il procreatore degli Elkann John e Lapo, ha descritto il suo "tvagico" viaggio in "tveno" tra Roma e Foggia su una carrozza di prima classe di Italo in un articolo su Repubblica, dopo che le sue riflessioni sono state disturbate da alcuni ragazzotti che, vista l'età, non condividevano i suoi stessi interessi.
Prima considerazione. Va bene che è uno dei quotidiani di famiglia, ma come diavolo fa Repubblica a pubblicare un articolo del genere? Soprattutto un quotidiano che dovrebbe avere una certa dignità in funzione della sua storia. Invece...
Così il procreatore degli Elkann deve aver riletto l'articolo prima di ordinare al fido Molinari di pubblicarlo:
"Non pensavo che si potesse ancova adopevave la pavola lanzichenecchi [la virgola mancante è una dimenticanza dell'autore, non della trascrizione - ndr] eppuve mi sbagliavo"...
Vista la supponenza e l'arroganza di tale articolo, al leader dei 5 stelle, Giuseppe Conte è saltata la mosca al naso e così lasciamo a lui il "piaceve" della seconda considerazione:
"Ho avuto modo di leggere la testimonianza di Elkan ospitata da "la Repubblica". Se intendeva porre in risalto e stigmatizzare la condotta ineducata di un gruppo di ragazzi, che può starci, l'ha fatto in un modo tanto "scorretto" da dare prova di essere egli stesso, almeno in parte, come "adulto educatore", responsabile di un comportamento sociale poco rispettoso delle altrui libertà e sensibilità.Trasuda in maniera plastica tutta l'alterigia e la supponenza di chi prenderebbe di far valere una sorta di primazia dovuta alla "classe" di appartenenza: come possono, nell'immaginario del nostro, aculturati (presunti) e rozzi individui viaggiare accanto ad un acculturato e raffinato intellettuale, insozzandolo con il loro "puzzo" verbale (e magari fisico), per giunta in prima classe! Ecco, forse il nostro dovrebbe domandarsi se le ragioni di cotanto oltraggio ad altrettanta magnifica "superiorità" stiano proprio nell'alterigia e nella supponenza di chi sente il bisogno di creare barriere piuttosto che dialogare con un'umanità che va accolta nella sua diversità, nel rispetto e nella educazione reciproci. Sarebbe stato sufficiente superare la "paura", addebitata agli altri passeggeri, perché la sua era solo impossibilità di "abbassarsi a certi livelli" (vorrebbe far credere) e richiedere educatamente un po' più di... educazione. Un sorriso genera sempre un sorriso. Nessuna paura Alain, non avrebbero morso".
Infine, non bisogna neppur dimenticare la "ciliegina" sulla torta ovvero la mail inviata dal comitato di redazione di Repubblica ai propri giornalisti per prendere le distanze dall'articolo, anzi dall'avticolo! Perché la mail? Perché il direttore "Battista" Molinari ha impedito che la presa di posizione venisse stampata sul quotidiano:
"Questa mattina la redazione ha letto con grande perplessità un racconto pubblicato sulle pagine della Cultura del nostro giornale, a firma del padre dell’editore. Considerata la missione storica che si è data Repubblica sin dal primo editoriale di Eugenio Scalfari, missione confermata anche ultimamente nel nuovo piano editoriale dove si parla di un giornale “identitario” vicino ai diritti dei più deboli, e forti anche delle reazioni raccolte e ricevute dalle colleghe e dai colleghi, ci dissociamo dai contenuti classisti contenuti nello scritto. Per i quali peraltro siamo oggetto di una valanga di commenti critici sui social che dequalificano il lavoro di tutte e tutti noi, imperniato su passione, impegno e uno sforzo di umiltà".