"A poche settimane dalla mia visita in Argentina, ho ricevuto oggi a Palazzo Chigi il Presidente della Repubblica argentina, Javier Milei.La discussione ha costituito l'occasione per ribadire la comune volontà di rafforzare ulteriormente il già solido partenariato bilaterale, con l'obiettivo di concludere nei prossimi mesi un Piano d'Azione 2025-2030 che consenta di approfondire i già ampi ambiti di cooperazione tra le due Nazioni.Il colloquio ha anche permesso di riaffermare l'importanza attribuita alla cooperazione giudiziaria e a quella di sicurezza, con particolare riferimento alla lotta alla criminalità organizzata transnazionale, nonché la volontà italiana di accrescere la propria presenza economico-commerciale in Argentina, a partire dai settori energetico e ad alto valore aggiunto.In conclusione d'incontro, abbiamo concordato di mantenere uno stretto coordinamento anche sui principali temi dell'agenda internazionale".

'Sti cazzi! Come commentare diversamente la dichiarazione social con cui la sora presidente Giorgia Meloni ha riassunto il faccia a faccia avuto ieri con Javier Milei, descritto quasi come fosse una persona "normale"? 

Infatti, stiamo parlando di uno che ha fatto campagna elettorale agitando una motosega (persino in funzione) e che, tramite una medium, comunica con Conan, un mastino inglese morto alcuni anni fa che adesso, a suo dire, lo guida spiritualmente. 

Tanto era innamorato del suo cane, che Milei ha deciso di clonarlo. I cinque cloni di Conan si chiamano come gli economisti preferiti di Milei: Milton (Friedman), Murray (Rothbard), Robert (Lucas) e Lucas (prende il nome sempre da Robert Lucas... evidentemente non ha altri economisti cui ispirarsi).

Ad ottobre ha annunciato l'avvio della "dollarizzazione" del paese, a seguito della quale - dopo che deciderà che sia stata effettuata - abolirà la Banca centrale! Tra settembre e ottobre, Milei ha promosso un condono fiscale, permettendo di regolarizzare anche la sua situazione patrimoniale gratuitamente fino a 100.000 dollari e se superiore pagando un'aliquota fissa del 5%. L'Argentina è in recessione e oltre il 50% della popolazione è in stato di povertà. 

Ma nonostante tutto questo, per la sora Meloni e i (post) fascisti de noantri, Milei è un politico da incoronare a da celebrare ad Atreju, dove è stato presentato come uno che in Argentina ha portato una vera rivoluzione culturale, che come lei crede che i sussidi portino una nazione verso il baratro e che il lavoro sia l'unico antidoto alla povertà...

Così l'ISPI, a dicembre 2024, riassume i risultati di Milei, da cui Meloni fa credere di voler trarre ispirazione...

Il presidente Milei, del partito di estrema destra La Libertad Avanza (LLA), ha iniziato il suo mandato con un piano molto ambizioso sia di stabilizzazione macroeconomica che di rilancio della crescita del PIL. Nel breve periodo l'obiettivo primario è stato quello di creare le condizioni per la riduzione dell'inflazione, principalmente con misure volte a eliminare il disavanzo di bilancio pubblico. Nel medio periodo la speranza del governo è che le numerose riforme favorevoli al mercato, le privatizzazioni e le deregolamentazioni riescano a stimolare gli investimenti produttivi e a favorire la ripresa dell'attività economica. Secondo le ultime proiezioni del Fondo monetario internazionale (FMI), dopo una contrazione del PIL del -3,5% nel 2024, l'Argentinadovrebbe tornare a crescere nel 2025 (+5%). Il tasso d'inflazione rimarrà elevato anche a fine del 2025 (45%) ma in decisa diminuzione rispetto al 140% previsto per la fine di quest'anno. Infine, l'Argentina dovrebbe chiudere il 2024 con un avanzo primario del bilancio pubblico, il saldo calcolato escludendo il pagamento degli interessi sul debito. La vittoria di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti è una buona notizia per il Paese sudamericano in quanto i rapporti tra il presidente Milei e il presidente eletto Trump sono ottimi. È possibile quindi che gli USA possano giocare un ruolo positivo nella ripresa dell'economia dell'Argentina, anche indirettamente per il loro peso all'interno delle istituzioni finanziarie multilaterali.Milei è salito al potere dichiarando che “non ci sono soldi”. Armato di una motosega, ha vinto le elezioni presidenziali promettendo di ridurre le dimensioni dello Stato al minimo indispensabile e di azzerare il disavanzo pubblico, con tagli che hanno interessato l'intera amministrazione dello Stato, tranne i ministeri della Difesa e della Sicurezza. Dal 10 dicembre 2023 – giorno del suo giuramento come presidente – Milei ha chiuso 13 ministeri e licenziato (o non rinnovato il contratto di lavoro) circa 30.000 dipendenti pubblici, l'equivalente di quasi il 10% della forza lavoro federale. Ha inoltre congelato i lavori pubblici e ridotto i fondi destinati all'istruzione, alla sanità, alla ricerca scientifica e alle pensioni. E le pensioni sono state particolarmente colpite dai tagli: appena insediato, il presidente aveva deciso un loro aumento basato sull'andamento del carovita, senza però recuperare l'inflazione dell'inizio del 2024, che era stata molto elevata. A causa della congiuntura economica negativa, caratterizzata da recessione e inflazione alta, e delle misure di austerità adottate dal governo, la povertà è aumentata tantissimo, toccando il livello più elevato degli ultimi venti anni. Secondo l'INDEC, l'Istituto di statistica nazionale, il tasso di povertà in Argentina è salito al 52,9% nei primi sei mesi di presidenza di Milei, con un aumento di quasi 12 punti percentuali rispetto al semestre precedente. Da quando si è insediata, l'amministrazione ha anche ridotto gli aiuti alle mense dei poveri e tagliato i programmi di welfare. L'aumento dei redditi non è stato sufficiente a compensare la crescita elevata del costo del paniere di prodotti di prima necessità, alimentari e non, con la conseguente riduzione del loro potere d'acquisto. In media la popolazione ha perso circa il 12% del potere d'acquisto nel periodo tra il secondo trimestre del 2023 e il secondo trimestre del 2024. Tuttavia, questo calo non è stato omogeneo tra le differenti fasce di reddito della popolazione: per il 20% più ricco la flessione dei redditi in termini reali è stata minore rispetto alla media, mentre il 20% più povero ha subito il calo più significativo. Di conseguenza, nel periodo considerato la disuguaglianza (misurata con l'indice di Gini) nella distribuzione del reddito è aumentata. Quasi due bambini su tre sotto i 14 anni vivono in condizioni di povertà, ma il governo ha comunque ridotto le risorse destinate all'infanzia. Sono stati mantenuti alcuni trasferimenti, come l'Assegno universale per l'infanzia e l'Assegno alimentare, che ricevono le famiglie a basso reddito con bambini a carico, ma Milei ha eliminato i sussidi che venivano gestiti da organizzazioni sociali, accusandole di essere “gestori della povertà” e di aver creato un “sistema di schiavitù moderna”

I settori più colpitiAnche la sanità pubblica è sotto forte pressione. Oltre ai tagli di bilancio, soprattutto agli stipendi dei lavoratori degli ospedali che dipendono dal governo federale, si è verificato un aumento di domanda di prestazioni. Infatti, l'aumento dei prezzi delle assicurazioni sanitarie private dopo la liberalizzazione ha spinto molti argentini a rivolgersi all'assistenza pubblica.Il settore dell'istruzione, che ha perso il suo status di ministero ed è diventato invece un segretariato, ha registrato una riduzione di risorse che – secondo varie stime – è stata circa del 50% su base annua. L'amministrazione Milei ha eliminato il Fondo nazionale per l'incentivazione degli insegnanti, ha sospeso gli interventi infrastrutturali alle scuole e ha tagliato drasticamente i programmi di borse di studio per gli studenti. Poiché i governi provinciali sono responsabili dell'istruzione primaria e secondaria, l'aggiustamento fiscale ha principalmente interessato le università pubbliche, che dipendono dal governo federale. All'inizio dell'anno l'esecutivo ha riproposto alle università il bilancio del 2023 senza aggiornamenti per tenere conto dell'inflazione, che all'epoca sfiorava il 290% su base annua. Molti campus universitari sono così rimasti senza soldi anche per pagare il riscaldamento e l'elettricità fino a quando, dopo una massiccia mobilitazione nazionale della comunità accademica, il governo ha deciso di aumentare le risorse alle università. Ma il conflitto è esploso nuovamente negli ultimi due mesi perché gli stipendi dei professori e del personale amministrativo sono aumentati meno dell'inflazione e per molti ora sono sotto la soglia di povertà. L'opposizione era riuscita a far approvare al Congresso una legge per aumentare i fondi destinati all'istruzione universitaria, ma Milei ha posto il veto su questa iniziativa. Le mobilitazioni di massa dagli atenei sono quindi ricominciate e sono destinate a diffondersi in tutto il Paese.Milei ha eliminato il ministero delle Donne e ha anche chiuso il sottosegretariato per la Protezione contro la violenza di genere, nonostante i femminicidi siano una piaga nazionale. La sua amministrazione ha diminuito le misure destinate ad aiutare le donne che subiscono abusi, dalle linee telefoniche di assistenza alle vittime di violenza di genere ai programmi di sostegno economico alle vittime di violenza domestica. Milei ha deciso questi tagli probabilmente non solo per ridurre il disavanzo di bilancio, ma anche per la sua posizione ideologica. Recentemente l'Argentina è stato l'unico Stato membro del G20 a non sottoscrivere il documento “Gender Equality and the Empowerment of Women” proposto dal Brasile, in qualità di presidente di turno del G20.

I problemi strutturaliLa povertà, che oggi ha raggiunto livelli altissimi, negli ultimi 40 anni non è mai scesa sotto il 25%. Un recente rapporto della Banca mondiale identifica quattro fattori che ne hanno ostacolato la riduzione. Primo, l'elevata inflazione che colpisce in particolare le famiglie più povere, che spendono una quota maggiore del loro reddito in cibo e prodotti di base. Secondo, gran parte della popolazione argentina lavora nel settore informale o come lavoratore autonomo, con occupazioni spesso precarie e mal pagate. In terzo luogo, sebbene la povertà sia maggiore tra i bambini e i giovani, la spesa sociale è orientata verso la popolazione anziana. Infine, gli eventi meteorologici estremi, come siccità e inondazioni, colpiscono in modo sproporzionato la popolazione più vulnerabile. Pertanto, con la stabilizzazione economica e la riduzione dell'inflazione, l'amministrazione Milei sta facendo un passo importante sulla via della riduzione della povertà. Tuttavia, il consolidamento fiscale non sta proteggendo i più deboli e i tagli alla spesa in istruzione e sanità rischiano di impedire la formazione di un capitale umano migliore, che consenta agli argentini di passare dal settore informale a quello formale. La situazione dell'istruzione è già preoccupante: tra i paesi a reddito pro-capite medio e alto, l'Argentina è l'unico paese dove la percentuale dei giovani con un titolo universitario è minore oggi rispetto alla generazione precedente (dati OCSE).I costi sociali della manovra fiscale restrittiva sono alti e “la situazione peggiorerà prima di migliorare”, come Milei avvertiva nei suoi discorsi. Questi costi sociali hanno iniziato però a incidere sull'approvazione del leader. Per la prima volta da quando si è insediato lo scorso dicembre, gli argentini che disapprovano la presidenza Milei sono più numerosi di quelli che la vedono con favore. Milei comunque rimane il più popolare tra i politici argentini. Il presidente, che si autodefinisce un anarco-capitalista, vorrebbe ridurre al minimo il ruolo dello Stato e aumentare il ruolo del mercato con liberalizzazioni, deregolamentazioni e privatizzazioni. Se riuscirà a far prevalere il suo ideale di capitalismo, quando l'inflazione si sarà stabilizzata, oltre a continuare a ridurre la spesa pubblica, Milei inizierà a ridurre le tasse, considerate “un furto” da parte dello Stato. Con meno entrate fiscali il governo probabilmente farebbe ulteriori tagli alla spesa pubblica in sanità e istruzione e agli investimenti in infrastrutture. Queste misure potrebbero quindi compromettere le potenzialità di crescita nel medio periodo e renderebbero altamente probabile un aumento della disuguaglianza.

Ma quelli che festeggiano la sora Meloni si rendono conto di quello che sta facendo e che, in base ai politici che esalta, ha intenzione di fare?