Che cosa non farebbe un leader di partito per distinguersi dagli altri in questo momento? I vari segretari e presidenti sono tutti "on the road" per promuovere i propri candidati alle prossime amministrative... a parte uno, Matteo Renzi, che non avendo candidati da promuovere si limita a vendere il suo ultimo parto o aborto (dipende dai punti di vista) letterario nelle piazze d'Italia.

Ma tornando a chi fa politica - più o meno s'intende - rimane per costoro la necessità di distinguersi dal resto della "truppa". E visto che "clandestini", tasse e quant'altro non "tirano" più come una volta, adesso è necessario dover utilizzare la guerra in Ucraina come traino del consenso. Che cosa dicono i sondaggi che sul tema testano l'umore degli italiani? Che questi, in massima parte, vogliono la pace.

E che cosa dovrebbero dire in relazione ad un conflitto in cui non sono direttamente coinvolti e che li riguarda marginalmente? Ma il politico che vive di sondaggi questi risultati li prende sul serio. Quindi non ci dobbiamo stupire, se in questi giorni Salvini se ne è uscito annunciando un suo ipotetico viaggio a Mosca per promuovere, per l'appunto, la pace. 

Un uscita, a sprezzo del ridicolo, ma che Salvini non ha considerato tale... in parte perché non conosce il limite del ridicolo, in parte perché è disperato dal fatto di diventare l'ultima ruota del carro nel centrodestra, con Berlusconi che ha deciso di riprendere un ruolo attivo alla guida del partito e la Meloni che ha ormai preso il volo.

Naturalmente, l'annuncio ha suscitato l'ilarità generale a cui Salvini, non conoscendo per l'appunto il limite al senso del ridicolo, ha risposto dicendo che "valuterà" la sua stessa proposta - ma come si fa a rilasciare una dichiarazione simile? - 

"viste le reazioni isteriche soprattutto della sinistra: avere insulti, minacce e attacchi per una missione di pace fa riflettere. Se devo creare divisioni sto con i miei figli"."Non essendo un viaggio di piacere, ma un viaggio in una zona di guerra, se si aggiunge il coro di sottofondo di Letta, Meloni, Renzi, Calenda e degli intellettuali radical chic che preferiscono le armi e il conflitto, vediamo se ci sono le condizioni: per la pace sono disposto a tutto, a incontrare tutti"."Se dovessi riuscire a incontrare Putin gli chiederei, anzitutto, il cessate il fuoco. Incontrerei anche Zelensky. Ci andrei volentieri a Kiev". "Vedremo. Vedremo se sarà tecnicamente possibile adesso o più avanti. Chiunque possa portare un mattoncino che ricostruisca la casa della pace e del dialogo dovrebbe poterlo fare".

Ma c'è pure chi lo ha preso (quasi) sul serio, come il ministro degli Esteri Di Maio:

"Io credo che con Putin ci parla [sic, ndr] Draghi, perché si parlano tra omologhi", ha detto Di Maio ospite del "Forum in masseria" in Puglia. "Dopo la performance della trasferta in Polonia, insomma, andare anche a Mosca…""Consiglio molta prudenza rispetto a quello che si vuole fare: la guerra in Ucraina o il viaggio a Mosca non è un tema da tour estivo, è una cosa più complicata, ognuno di noi quando fa un'azione del genere rappresenta tutto il Paese e ci sarà un motivo- osserva Di Maio - per cui finora a Mosca non c'è andato nessuno della nostra alleanza occidentale"."Il governo italiano non sapeva di questa intenzione di Salvini di andare a Mosca. Fatto sta che queste vicende richiedono necessariamente un'ulteriore responsabilità per ognuno di noi. In un momento così delicato è la postura del Paese in generale che viene rappresentata anche da un leader di un partito della maggioranza".

Come sempre, il sorriso finisce per sottolineare le dimensioni di una tragedia: maggiore è il sorriso, più grande è la tragedia. Quindi, il fatto che Salvini ci abbia fatto scompisciare dalle risate, dimostra quanto sia grande la tragedia in Ucraina.