La nuova legge sulla legittima difesa non piace all'Associazione Nazionale Magistrati che, in comunicati ed interviste, ha espresso i propri dubbi su alcuni aspetti della norma.

Il Presidente dell'Associazione, Francesco Minisci, così come prima di lui aveva fatto in un'intervista a Repubblica il segretario Maritati, ne ha indicato alcuni passaggi controversi, ipotizzando illegittimità costituzionali per la legge voluta da Salvini.

Prima di tutto, a suscitare perplessità, vi è l'equiparazione nel giudizio delle conseguenze dovute al comportamento violento di chi si difende. In base alla nuova legge chi, per difendersi, uccida una persona deve essere giudicato con lo stesso metro, anche se ad essere a rischio era solo la proprietà dei beni e non la vita.

Ma questo, secondo l'ANM violerebbe l'articolo 3 della Costituzione, perché la difesa della vita e la difesa della proprietà non sono equiparabili e vanno giudicate in modo diverso.

Altro punto che suscita perplessità è quello espresso nell'articolo 55 come "grave turbamento", che secondo i legislatori dovrebbe coprire e giustificare qualsiasi eccesso colposo di legittima difesa.

Si è ucciso un ladro che impugnava una torcia elettrica invece di una pistola? Nessun problema, il grave turbamento può giustificare l'omicidio, almeno secondo Salvini & co.

Ma la realtà è diversa. Infatti, come fa un giudice a sapere, a posteriori, se chi ha sparato contro un ladro in quel momento fosse in preda a grave turbamento o meno? E qual è la differenza tra un turbamento "normale" ed un turbamento "grave"? Chi ha scritto e votato le modifiche alla legge sulla legittima difesa non lo ha spiegato, lasciando ai giudici totale discrezionalità in merito.

Oltretutto, anche in questo caso, una giustificazione come il "grave turbamento" viene introdotta unicamente in relazione alla legittima difesa. Ma nella legislazione italiana esistono anche altri casi in cui ad un reato può essere applicata una giustificazione e perché allora il grave turbamento non è stato esteso anche a quelli?

Inoltre, c'è un altro aspetto che sottolinea l'ipocrisia che sta alla base di questa legge che viene spacciata come una totale liberatoria per chi uccide un possibile malvivente. In realtà, prima di giungere all'archiviazione o al proscioglimento di una persona che ne ha uccisa un'altra all'apparenza per legittima difesa, è comunque necessaria un'indagine condotta da un pubblico ministero e poi la valutazione di un giudice che esamini le sue richieste. Nell'attuale sistema giudiziario non è possibile che un reato sia archiviato senza prima essere valutato dall'autorità giudiziaria.

Infine c'è un ulteriore aspetto che ha sollevato le perplessità dell'ANM, il fatto che questa legge sia stata presentata come un'emergenza nazionale, quando ogni anno in Italia i casi di legittima difesa non sono che poche decine!