"Le Regioni sono pronte a collaborare per il processo di rimodulazione del PNRR. Lo riteniamo fondamentale per il successo degli interventi che dovranno concludersi rispettando il termine del 2026 al fine di garantire la piena attuazione del piano. Il documento sulle proposte di revisione delle singole misure è stato oggetto oggi di discussione all’interno della Conferenza delle Regioni, dopo la sua presentazione nella Cabina di regia.Alla fase di elaborazione del documento di revisione non abbiamo lavorato, ma cogliamo positivamente la disponibilità del ministro al confronto e al dialogo. Si propone pertanto una revisione che individui per le misure oggetto di revisione, o di stralcio dal Pnrr, fonti di finanziamenti afferenti alle politiche di coesione e in particolare al FSC.Occorre, per questo, rafforzare i meccanismi di raccordo e il supporto con le Amministrazioni regionali e le Province autonome, soprattutto in relazione alle questioni tecniche, di attuazione e monitoraggio, in considerazione della definizione di misure correttive necessarie al superamento delle criticità o propedeutiche alla formulazione di proposte di aggiornamento o modifica del PNRR, anche attraverso la costituzione di una specifica Cabina di regia.Sarà quindi necessario un confronto al fine di assicurare un allineamento e una coerenza con le progettualità e le programmazioni regionali già avviate. Per questi motivi ho scritto al ministro Fitto per un incontro al fine di affrontare le nostre richieste e proposte".

Questo, con tutta la diplomazia e l'ipocrisia del caso dovuta al fatto di appartenere alla stessa parte politica, ha dichiara Massimiliano Fedriga, in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, dopo la riunione che si è tenuta quest'oggi.

L'Ansa, meno diplomaticamente, ha riassunto quanto discusso dai presidente di regione in questi termini:

Senza un'adeguata copertura al definanziamento previsto del Pnrr si rischia il blocco dei cantieri. A lanciare l'allarme sono le Regioni che oggi in Conferenza hanno discusso un documento da presentare al governo con criticità e perplessità sollevate sul "nuovo" Piano.La sostituzione delle risorse europee con quelle del bilancio - segnalano i governatori - "potrebbe rappresentare un'incognita forte data da saldi di finanza pubblica e dall'entrata in vigore della nuova governance europea, un rischio blocco dei cantieri senza la certezza dei finanziamenti".

Sempre sul tema Pnrr, questa l'intervista rilasciata al Corriere della Sera da parte del presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini:

"Nella proposta del governo mancano all'appello 16 miliardi. È un fatto. Che poi riescano a trovare coperture diverse è un altro conto. Ma oggi quei soldi non ci sono.Confermo, basta leggere il documento redatto dallo stesso governo. A seconda dei casi si parla della prossima programmazione del Fondo di sviluppo e coesione, dei fondi europei, del fondo investimenti della sanità o genericamente di fondi nazionali. Ma nessuna di queste è una copertura finanziaria certa, nella migliore delle ipotesi si tratta di buone intenzioni.A me non risulta che i vertici Ue siano contenti per la tempistica e le soluzioni individuate dal governo Meloni, ma non spetta a me parlare per la Commissione europea. Preferisco restare ai fatti e cioè che già alla terza rata abbiamo accumulato ritardi e problemi, mentre la quarta è di là da venire. E non siamo neanche a metà del guado. E a questo punto contano solo gli atti e i fatti concreti, non le parole.Sono molto preoccupato, perché il Paese sta affrontando un'emergenza continua. Non posso però non apprezzare che Fitto abbia inserito nel documento un'attenzione specifica per i tenitori dell'Emilia-Romagna colpiti dall'alluvione di maggio. Noi siamo pronti ad avanzare proposte concrete, per spendere senza ritardi le risorse del Pnrr. Ci mettano in condizioni di farlo.In relazione al SSN, oltre 400 case di comunità e quasi un centinaio di ospedali di comunità in meno, decine di centrali operative territoriali che vengono a mancare. Se metto insieme questi dati ai 4 miliardi di sottofinanziamento del Fondo sanitario nazionale che lo stesso ministro Schillaci riconosce, e ai medici che mancano, mi pare evidente che la sanità pubblica viene tagliata per far posto a quella privata. A quanto pare il Covid non ci ha insegnato niente. Questa a me pare la cosa più grave, perché si sta dicendo ai cittadini di arrangiarsi.A una primissima stima i progetti destinati a saltare per il territorio dell'Emilia-Romagna sono pari a circa 700 milioni di euro. Ma posso sbagliarmi per difetto.Il Pnrr non è di una parte politica, ma di tutto il Paese, che ha ricevuto queste risorse dall'Europa per sostenere investimenti e lavoro nella transizione energetica e digitale, per creare i servizi dove mancano, per colmare i divari del Sud, ma anche delle aree interne. Rinunciare a queste risorse sarebbe imperdonabile».Per arrivare all'accordo con la Ue è necessario che il contrasto all'evasione fiscale resti una priorità, anche nel Pnrr. Il governo fa il contrario, riducendo gli obiettivi. E non passa giorno che un ministro non prometta nuovi condoni rispetto ai tanti che hanno già fatto in pochi mesi. Il risultato è che il gettito fiscale è inferiore alle attese e non si riesce a ridurre le tasse sul lavoro".