Lunedì, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha votato all'unanimità un inasprimento delle sanzioni alla Corea del Nord, in risposta al piano di armamento missilistico e nucleare che ha permesso a Pyongyang - la scoresa settimana - di testare addirittura anche una bomba a idrogeno, effettuato in violazione di precedenti raccomandazioni e avvertimenti da parte della comunità internazionale.

Rispetto a quanto aveva chiesto gli Usa in un primo momento, le nuove ulteriori sanzioni applicate alla Corea del Nord sono meno dure di quelle inizialmente preventivate con "solo" il divieto delle esportazioni tessili del Paese ed una limitazione per le importazioni di gas e petrolio, che per la maggior parte viene fornito dalla Cina.

Per quanto riguarda il petrolio, la nuova risoluzione prevede un limite di 2 milioni di barili all'anno sia per il petrolio raffinato che per quello da raffinare. Secondo alcune fonti, questa decisione ridurrebbe della metà l'approvvigionamenmto del fabbisogno annuale di petrolio della Corea del Nord.

Come già sopra accennato, la nuova risoluzione è meno dura rispetto alla bozza iniziale presentata dagli Usa. Ciò ha assicurato i voti favorevoli di Russia e Cina (principale alleato e partner commerciale di Pyongyang), entrambi in potere della facoltà di porre il diritto di veto ad una risoluzione.

C'è comunque da aggiungere la raccomandazione di Pechino al proprio sistema bancario di interrompere qualsiasi rapporto con la Corea del Nord che, con le nuove sanzioni, vedrà diminuire di ulteriori 500 milioni di dollari i propri proventi annui.

In risposta a quanto deciso dal Consiglio di sicurezza, l'ambasciatore di Pyongyang Han Tae Song durante la Conferenza sul disarmo sponsorizzata dall'Onu che si svolge a Ginevra, ha dichiarato: «Il regime di Washington ha dato vita ad uno scontro politico, economico e militare, ossessionato dal gioco selvaggio di interrompere lo sviluppo della forza nucleare della RPDC, che però ha già raggiunto la propria fase di completamento".

Inutile aggiungere che la Corea del Nord ha respinto la risoluzione del Consiglio di sicurezza, affermando anche che gli Stati Uniti avrebbero presto affrontato il "dolore più grande" mai sperimentato finora.