Oltre 1,2 milioni di persone contagiate, mentre sono più di 65mila i decessi finora causati dalla pandemia da coronavirus.

Anche se alla ribalta della cronaca vi sono adesso i Paesi dove il contagio mostra numeri importanti e in crescita (purtroppo anche per il numero di morti), non bisogna però dimenticare che la Covid-19 è presente anche in Paesi in guerra, dove mancano strutture sanitarie per assistere i malati e governi per imporre e far rispettare norme che possano limitare il contagio. 

In Libia il contagio è presente e per combatterlo le milizie che continuano a fronteggiarsi in Tripolitania adesso si sono dotate di mascherine mentre proseguono a spararsi contro! Anche in Siria si registrano i primi casi di contagi da Covid-19, ma è difficile capire come la popolazione, in special modo i rifugiati e coloro che vivono nelle aree dove ancora si combatte, possa evitare il contagio e possa essere assistita...

E quelli riportati sopra sono solo un paio di esempi, a cui si possono aggiungere Paesi come lo Yemen o gran parte dei Paesi del continente africano. 

Inoltre, ci sono anche situazioni paradossali come quella della Palestina, un Paese sotto occupazione da oltre 50 anni da parte di Israele. Nello Stato ebraico, il contagio è in aumento e Netanyahu, che continua a governare con un governo dimissionario da più di un anno, ha imposto il "lockdown" senza indicare una data per il ritorno alla normalità. 

Ma mentre Israele ha le strutture sanitarie per assistere la sua popolazione, non è così per i territori occupati, compresa la Striscia di Gaza, dove il numero totale di casi di contagio da Covid-19 è arrivato a 226, con il maggior numero di contagiati registrato tra palestinesi di ritorno da Israele.

Non solo. A questo si deve aggiungere anche il fatto che l'esercito israeliano continua la sua attività di persecuzione e arresti indiscriminati nei confronti dei palestinesi, anche di quanti hanno responsabilità istituzionali, come conferma l'arresto odierno di Adnan Ghaith, governatore di Gerusalemme est. 

E che dire poi delle migliaia di palestinesi chiusi nelle carceri israeliane, abbandonati a se stessi, senza forniture per la prevenzione e assistenza medica? 

Così, tra le tante ipocrisie, incongruenze e ingiustizie che questa pandemia sta mettendo in risalto, bisogna aggiungere anche quella delle tante crisi internazionali finora irrisolte grazie agli interessi di molti Stati "democratici" che non hanno avuto problemi a ritenere sacrificabile la vita di migliaia di persone che, oltretutto, adesso rischiano di continuare a morire anche a causa della Covid.