"Il presidente Trump e io diciamo spesso che la pace passa attraverso la forza. Prima viene la forza, poi la pace. E stasera, il presidente Trump e gli Stati Uniti hanno agito con grande forza", ha affermato in una dichiarazione in lingua inglese Netanyahu nel commentare l'attacco dei bombardieri USA su tre siti nucleari iraniani.

Il premier israeliano ha definito gli Stati Uniti "davvero insuperabili" nei loro attacchi contro l'Iran, aggiungendo che "l'attuale leadership di Trump ha creato una svolta storica che può aiutare a guidare il Medio Oriente e oltre verso un futuro di prosperità e pace".

"Il presidente Trump e io diciamo spesso che la pace passa attraverso la forza. Prima viene la forza, poi la pace. E stasera, il presidente Trump e gli Stati Uniti hanno agito con grande forza", ha affermato in una dichiarazione in lingua inglese.

Netanyahu ha definito gli Stati Uniti "davvero insuperabili" nei loro attacchi contro l'Iran, aggiungendo che "l'attuale leadership di Trump ha creato una svolta storica che può aiutare a guidare il Medio Oriente e oltre verso un futuro di prosperità e pace. Presidente Trump, la ringrazio. Il popolo d'Israele la ringrazia. Le forze della civiltà la ringraziano".


La dichiarazione di Netanyahu è arrivata dopo che durante la scorsa notte il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato in diretta televisiva che l'aviazione americana aveva "distrutto" i principali siti nucleari dell'Iran durante una serie di attacchi aerei , coordinati con l'esercito israeliano, creando così i presupposti di un'escalation militare che porta il conflitto in Medio Oriente a un livello mai visto da decenni.

Trump ha definito l'operazione "uno spettacolare successo militare", minacciando poi Teheran di ulteriori raid "devastanti" se non accetterà la pace.

Gli Stati Uniti avrebbero colpito tre obiettivi chiave: Natanz, Isfahan e Fordow, siti nucleari cruciali per il programma di arricchimento dell'uranio iraniano. Secondo Trump, bombe "bunker-buster" sono state usate contro le strutture sotterranee di Fordow, mentre missili Tomahawk hanno colpito le altre installazioni.

L'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica ha riferito che, almeno per ora, non risultano aumenti nei livelli di radiazioni. Ma l'Iran afferma che gran parte dell'uranio arricchito era già stato spostato altrove e che il personale era stato evacuato, minimizzando così l'impatto dell'attacco, delle cui conseguenze però non sono state ancora fornite immagini satellitari.


L'Iran ha reagito con durezza all'attacco, lanciando 40 missili contro obiettivi israeliani, colpendo in particolare Tel Aviv e altre aree del centro e nord del Paese. Le sirene hanno risuonato ovunque e milioni di cittadini sono stati costretti a rifugiarsi rifugiati nei bunker.

Il bilancio ufficiale parla di 86 feriti in Israele e oltre 430 morti in Iran dall'inizio del conflitto il 13 giugno. Secondo il governo israeliano, 24 civili hanno perso la vita e 1.272 sono rimasti feriti. Il sistema di difesa Iron Dome è stato messo a dura prova.


Teheran, giustamente, grida alla violazione del diritto internazionale e avverte: "Il mio Paese è stato invaso e dobbiamo rispondere... Non possiamo ignorare la questione. La porta ai negoziati dovrebbe rimanere sempre aperta, ma questa situazione al momento non esiste. Si tratta di una violazione scandalosa, grave e senza precedenti dei principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale", ha affermato Abbas Araghchi durante il suo discorso a Istanbul al vertice dell'OIC.

Il ministro degli Esteri iraniano ha detto che l'amministrazione statunitense, "guerrafondaia e senza legge", sarà "l'unica e piena responsabile delle pericolose conseguenze e delle vaste implicazioni del suo atto di aggressione".

"L'attacco militare statunitense all'integrità territoriale e alla sovranità nazionale di uno Stato membro delle Nazioni Unite, condotto in collusione con il regime genocida israeliano, ha rivelato ancora una volta la portata dell'ostilità degli Stati Uniti nei confronti del popolo iraniano in cerca di pace", ha aggiunto.

Non scenderemo mai a compromessi sulla loro indipendenza e sovranità. La Repubblica Islamica dell'Iran continua a difendere il territorio, la sovranità e il popolo iraniano con tutti i mezzi necessari non solo dall'aggressione militare statunitense, ma anche dalle azioni sconsiderate e illegali del regime israeliano".

"Mentre il presidente Trump è stato eletto con l'obiettivo di porre fine al costoso coinvolgimento dell'America in 'guerre eterne' nella nostra parte del mondo. Ha tradito non solo l'Iran abusando del nostro impegno diplomatico, ma ha anche ingannato i suoi stessi elettori sottomettendosi ai desideri di un criminale di guerra ricercato che si è abituato a sfruttare le vite e le ricchezze dei cittadini americani per promuovere gli obiettivi del regime israeliano", ha affermato Araghchi, riferendosi a Netanyahu.

Il ministro iraniano ha aggiunto che "non si sottolineerà mai abbastanza quanto sia stato devastante il colpo" inferto dagli Stati Uniti al regime globale di non proliferazione, chiedendo alle istituzioni e agli organismi internazionali "il loro dovere e la loro responsabilità di adottare misure urgenti e decisive in risposta a questa violazione del diritto internazionale".

"Il silenzio di fronte a un'aggressione così palese farà precipitare il mondo in un livello di pericolo e caos senza precedenti. L'umanità è arrivata troppo oltre come specie per permettere a un bullo senza legge di riportarci alla legge della giungla", ha affermato Araghchi.

Ha avvertito che, in seguito agli attacchi, l'amministrazione statunitense ha la piena e unica responsabilità delle conseguenze delle proprie azioni, compreso il diritto dell'Iran all'autodifesa, e ha affermato che il suo Paese "si riserva tutte le opzioni per difendere i propri interessi di sicurezza e il proprio popolo".

Araghchi ha poi aggiunto che è responsabilità di "tutta la comunità internazionale" fermare le minacce degli Stati Uniti contro l'Iran, insistendo sul fatto che il programma nucleare del suo Paese è rimasto del tutto pacifico.

"L'Iran non ha fatto nulla di male. Non capiamo perché l'Iran debba essere attaccato per la falsa accusa di voler dotarsi di armi nucleari", ha affermato, sottolineando che sono stati gli Stati Uniti a stracciare il precedente accordo nucleare e a interrompere l'ultimo round di colloqui con attacchi militari.

"Spetta alla comunità internazionale condannare tutto questo, impedirlo", ha aggiunto Araghchi. "Altrimenti, non resterà nulla del diritto internazionale".

Ha aggiunto che il popolo iraniano è "unito e solidale con il governo e restiamo fermi contro qualsiasi aggressione".

Il ministro degli Esteri iraniano, in conclusione della sua conferenza, ha fatto sapere che oggi volerà a Mosca e lunedì incontrerà il presidente russo Vladimir Putin.

"La Russia è amica dell'Iran e con noi c'è una partnership strategica. Ci consultiamo sempre e coordiniamo le nostre posizioni. Domani avrò delle serie consultazioni con il presidente russo e continueremo a lavorare insieme".